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martedì 27 giugno 2017

La Chiesa, lo ius soli ed i cristiani in Turchia

Leggete l'articolo del blog "The Italian Tory" che è intitolato "Il silenzio della Chiesa sui cristiani in Turchia".
Dell'articolo, riporto questo stralcio:

"Mentre in Turchia accadono fatti preoccupanti il “nuovo corso bergogliano” della Chiesa Cattolica sembra avere altro di cui preoccuparsi. Dopo una campagna mediatica vergognosa, in cui il Pontefice già dall’anno scorso è entrato schierandosi contro l’allora ancora solo candidato Donald Trump come se fosse il “male assoluto” tentando di usare la sua scarsa influenza sui cattolici americani (che, avendo decisamente più cervello di quelli italiani, non se lo sono filato e hanno votato Repubblicano) contro il Tycoon, la tendenza non sembra oggi cambiare. Sentiamo opinioni da parte di Bergoglio su Ius Soli, DDL Tortura, reddito di inclusione e altre schifezze rigurgitate dalla fogna della sinistra, ma non sentiamo parole di indignazione per quello che accade ai cristiani nel mondo. Insomma, il papa sembrava molto più preoccupato di un muro tra Usa e Messico (che gia c’è) che di una dittatura omicida in Venezuela, o del fatto che per nominare un vescovo in Cina bisogna avere il permesso del Partito Comunista, cosa che evidentemente al pontefice sembra normalissima visto che è diventata la prassi, quasi che il Vaticano si appresti a diventare la nuova base operativa della Quarta Internazionale. Vogliamo parlare del Venezuela? La Chiesa perseguitata in sud America (insieme alle altre istituzioni religiose, cattoliche e non) sembra non preoccupare particolarmente sua Santità, molto più scosso dal fatto che, come per fargli una offesa personale, il presidente democraticamente eletto degli Stati Uniti abbia deciso di abbandonare un accordo farlocco sul clima. Quando si parla di “Chiesa del Silenzio” si intende di solito, erroneamente, quella di Pio XII, che nella Seconda Guerra Mondiale preferì aiutare i perseguitati nel silenzio e nella pratica piuttosto che fare proclami suicidi, oggi invece siamo nella vera “Chiesa del Silenzio”, silenzio sui valori che vengono continuamente calpestati, silenzio sulla mancanza di democrazie nelle dittature sanguinarie comuniste (fino ai baciamano con Fidel Castro), silenzio sulle truffe internazionali e i grandi imbrogli.".

Questo articolo tocca la mia coscienza e penso che faccia ciò anche con tanti altri.
Io sono un cattolico praticante.
Io sono un cattolico alla Stephen Gardiner, il vescovo inglese e uomo politico del XVI secolo che fu anche uno dei padri del conservatorismo.
Però, in questa Chiesa si stanno sviluppando delle idee che reputo quantomeno spiazzanti.
Nella Chiesa di oggi ci sono prelati che parlano dello ius soli e che si dicono ad esso favorevole.
Ci sono anche prelati che, "in nome del dialogo",  sono disposti a togliere i presepi, per "non offendere chi non è cristiano".
Ci sono anche prelati che aprono i locali delle loro parrocchie anche per festeggiare il Ramadan islamico.
Un caso simile si è verificato a Gazzuolo, qui in Provincia di Mantova.
Mentre parlano di ciò, questi prelati con "un eccessivo senso di carità" (ovviamente, sono ironico) trascurano cose assai gravi.
Qualche tempo fa, io avevo scritto un articolo sulla situazione di Cipro Nord, che dal 1974 è divisa dal resto dell'isola, per via di un'occupazione dell'esercito della Turchia,  e che dal 1983 è occupata da una repubblica fantoccio in mano ai turchi, che distruggono chiese e cimiteri cristiani.
Perché la Chiesa non prende posizione riguardo a ciò?
La Chiesa oggi vuole aprire a Cuba.
Peccato, però, che il regime comunista cubano non sia mai stato tenero verso la Chiesa.
Perché la Chiesa non prende posizioni riguardo a quanto accade in Turchia?
La Turchia si sta sempre più islamizzando e per i cristiani ci sono sempre più problemi.
Invece di baciare le mani a Castro, di esprimersi per lo ius soli e per il riconoscimento della Palestina e di tentare di mettere all'angolo quei prelati che fanno notare certi problemi, una certa parte della Chiesa avrebbe dovuto fare una cosa: ergersi alla difesa delle nostre radici, le quali annoverano anche il Cristianesimo.
Se non lo fa Chiesa chi altri può farlo?
Quei prelati che aprono le parrocchie per il Ramadan pensino a quello che subiscono i cristiani di Cipro Nord e non solo. 


1 commento:

  1. Concordo con l'articolo e con la tua riflessione.

    Anch'io penso che la Chiesa stia trascurando tematiche importanti per seguire le mode e il pensiero corrente, non capendo che così facendo denneggia sè stessa.

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