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sabato 24 giugno 2017

La questione di Berlusconi-parte II

Porto avanti il tema citato nell'articolo intitolato "La questione di Berlusconi".
Ora, qualcuno mi ha detto che io non avrei rinnovato la tessera di Forza Italia perché starei virando verso la Lega Nord.
Prima di tutto, io considero la Lega Nord parte del centrodestra.
Qui al Nord tanti voti del centrodestra sono voti della Lega Nord.
Di guerre alla Lega Nord io non ne faccio, come non ne faccio a Fratelli d'Italia o a Direzione Italia.
Il centrodestra può vincere se è unito.
In secondo luogo, io non mi sono iscritto a nessun altro partito.
Sto vagliando delle possibili opzioni.
Potrei scegliere di iscrivermi alla Lega Nord, a Fratelli d'Italia o a Direzione Italia.
Potrei anche scegliere di iscrivermi nuovamente in Forza Italia, se nella mia zona si riorganizzerà perbene, anche in vista di possibili elezioni anticipate, dopo un periodo di commissariamento, vista la crisi della giunta del mio Comune. 
A prescindere da tutto, io sono quello che gli inglesi definiscono un tory.
Il partito più confacente al mio pensiero sarà il mio partito.
Comunque, sono e resto di centrodestra.
Al presidente Silvio Berlusconi ho sempre riconosciuto (e riconosco tuttora) il valore.
Egli ha sdoganato la destra, cercando di portare avanti quel bipolarismo, che secondo quanto scritto da Luca Ricolfi su "Panorama" non tornerà mai più.
L'articolo di Luca Ricolfi si basa sul successo di Emmanuel Macron in Francia che dimostra che le persone puntano più sulle persone che sugli schieramenti e che,  non essendoci leader, qui in Italia si rischia di avere un Parlamento tripolare e senza una maggioranza di governo.
Per Ricolfi, l'elettorato è fluido e nel suo articolo egli ha citato il caso di Genova, ove al primo turno delle elezioni comunali, ove il candidato di centrodestra Marco Bucci è in testa con il 38,67% dei voti, seguito dal suo sfidante di centrosinistra Giovanni Crivello, che lo segue con il 33,44% dei voti.
Secondo le ricerche dell'Istituto Cattaneo, i voti presi dal Movimento 5 Stelle nel 2012 sarebbero stati intercettati dal centrodestra.
Ci troviamo di fronte ad un elettorato "fluido".
Ora, il bipolarismo venne meno con quello che accadde nel 2011, quando il presidente Berlusconi era presidente del Consiglio dei Ministri, il quale, anche per il tradimento di mandato di una parte di elettori eletti nell'allora suo partito, il Popolo della Libertà, venne fatto dimettere e fu sostituito dal tecnocrate Mario Monti.
Se fossi stato al suo posto del presidente Berlusconi, io non avrei sostenuto Monti con il Popolo della Libertà ma sarei andato al voto.
Questo avrebbe salvato il bipolarismo e non avrebbe fatto avanzare il Movimento 5 Stelle, il quale beneficiò delle politiche disastrose di Monti.
Politicamente parlando, il bipolarismo nacque con la discesa in campo del presidente Berlusconi e morì con quella sua uscita di scena (temporanea ma determinante) nel 2011.
Certamente, oggi qui in Italia manca un leader di questo tipo, un leader che sappia di nuovo polarizzare il consenso tra centrodestra e centrosinistra,  conservatori e progressisti.
Al di là di certi errori, come il sostegno a Monti ed il "patto del Nazareno", il presidente Berlusconi si è mostrato essere un leader vero.
Di un leader si sente la mancanza.
Questo genera l'attuale confusione, la quale è nemica della democrazia.


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