Questo è uno stralcio dell'articolo di Volli:
"Cari amici,
c’è una guerra in corso in America, che ha già fatto scorrere il sangue. È la guerra del partito democratico, del giornalismo “autorevole”, dell’accademia “politically correct”, della buona società, per quanto riguarda il mondo ebraico dell’ebraismo riformato e “progressista” contro Donald Trump. La prima vittima di questa guerra è la verità, o almeno un minimo di decenza informativa. Fa veramente ridere che il New York Times abbia pubblicato un “elenco delle bugie di Trump” (http://www.lastampa.it/2017/06/24/esteri/il-new-york-times-pubblica-la-lista-di-tutte-le-bugie-del-presidente-trump-azhW9g4q2i5wvpqfZDsxGN/pagina.html); l’esempio fornito dalla “Stampa” di queste bugie è che Trump avrebbe fornito in occasioni differente date diverse – di qualche settimana – per quando la Cina avrebbe abbandonato la manipolazione del cambio della sua moneta: sai che bugia… Fa ridere il New York Times, che ha inondato i lettori delle sue bugie, delle sue omissioni, delle sue parzialità, non solo su Trump ma anche su Israele. Del resto il New York Times un anno fa ha dichiarato ufficialmente, con un editoriale, che al fine di combattere Trump decideva di rinunciare al vecchio impegno del giornalismo anglosassone di tenere i fatti separati dalle opinioni.".
Su molte cose, io non sono d'accordo con Ugo Volli ma che si voglia fare fuori il presidente USA è cosa nota.
In questo caso, penso che Volli abbia fatto centro.
Ora che il provvedimento di Trump chiamato "Muslim ban" è stato approvato se pur parzialmente anche dalla Corte Suprema, chi si oppone a lui sarà ancora più agguerrito.
Così, la macchina del fango sarà ancora in funzione.
Contro di lui e la sua famiglia, per esempio, saranno pubblicate notizie di dubbia corrispondenza con la realtà e non solo.
Donald Trump è scomodo ai fautori del "politically correct" e ad una certa sinistra che è contigua anche a certi poteri economici e non solo.
Speriamo che Trump regga, anche per il bene della democrazia.
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