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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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mercoledì 21 giugno 2017

Un cattivo maestro

Se don Primo Mazzolari fu un prete modernista che fece anche delle cose buone, pur suscitando delle perplessità, don Lorenzo Milani (1923-1967) fu un'altra cosa.
Don Mazzolari obbedì al Papa, sostenendo la Democrazia Cristiana.
Nel 1948, pur con qualche riserva, don Mazzolari accettò in totale obbedienza le censure della sua rivista "Adesso" e fu fedele fino alla fine alla Chiesa e al Papa, anche se non era un ammiratore del Beato Pio XII Papa.
Don Milani, invece, fu arrogante.
L'obbedienza fu per lui qualcosa di duro da digerire.
A lui vennero attribuite anche cose non belle, come la pedofilia.
Una frase estrapolata da una sua lettera del 1959 all'amico Giorgio Pecorini, giornalista del giornale "L'Europeo" recita:

...che se un rischio corre per l'anima mia non è certo quello di aver poco amato, ma piuttosto di amare troppo (cioè di portarmeli anche a letto!...e poi chi potrà mai amare i ragazzi fino all'osso senza finire col metterglielo anche in culo se non un maestro che insieme a loro ami anche Dio e tema l'Inferno e desideri il Paradiso".

Ora, su queste accuse posso anche sollevare il beneficio del dubbio e dire che don Milani non abbia praticato la pedofilia (anche perché non ci sono prove di ciò ed io non faccio processi, nemmeno postumi) ma il linguaggio usato non è certo consono ad un uomo che opera come ministro di Dio.
Inoltre, il carattere politico della sua iniziativa era evidente, com'era evidente l'idea di non obbedienza.
La Chiesa non è solo misericordia ma è anche obbedienza e tradizione.
L'idea di don Milan fu (di fatto) incentrata sull'odio sociale, cosa che un cristiano deve aborrire.
Gesù non insegnò ad odiare i ricchi in quanto tali.
Se una persona è ricca ma è perbene e fa cose buone per gli altri, perché la si deve odiare per la sua ricchezza?
Quella persona avrà pure diritto di andare in Paradiso?
Certamente!
Dio guarda il cuore di una persona.
Gesù non condannò i ricchi in quanto tali ma l'avarizia.
Il peccato non è la ricchezza ma è l'avarizia.
Nessuno è immune ad essa.
Ci sono ricchi avari e poveri generosi ma ci sono anche ricchi generosi e poveri avari.
Questo la dice lunga.
Le intenzioni di don Milani potrebbero anche essere state buone...ma le buone intenzioni non bastano per fare il bene.



4 commenti:

  1. Una cosa è evidente, con molto rispetto: hai ripetuto le parole di Marcello Veneziani senza conoscere a fondo la vicenda e i testi scritti da Don Milani. Sperando che tu non me ne voglia,(del resto, mica puoi sperare che il mondo intero la pensi come), porgo cordiali saluti

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  2. "È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel Regno di Dio".
    Nostro Signore Gesù distingueva la salvezza dell'anima dalla politica ed è per questo che non nutriva odio verso i ricchi. Ma ha messo ben in guardia dal fatto che la ricchezza è la negazione del buon cristiano: in Paradiso il ricco non ci va, salvo eccezionalissimi casi.
    Inoltre la ricchezza va combattuta quando è deleteria per gli altri, come ad esempio avviene per tutte le grandi imprese che sfruttano i lavoratori (in pratica tutte le più importanti multinazionali). Gesù rovesciò i tavoli del mercato.
    Gesù è nato povero ed ha vissuto da povero, non odiava la ricchezza ma ha messo in guardia che il Regno dei cieli non è per i ricchi, bensì per i poveri.
    E questo modus vivendi lo impone anche la dottrina sociale della nostra Santissima Chiesa.

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  3. Cos'è ricchezza in sé?
    Metallo e carta!
    La ricchezza in sé è metallo e carta e niente di più.
    Semmai, è l'uomo a farne un idolo.
    Il Regno di Dio non è per i ricchi o per i poveri ma per i giusti.

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  4. Come c'è chi non la pensa come me, così c'è chi non la pensa come i comunisti ed i catto-comunisti.

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