"È saggio prendere atto degli errori che la destra sovranista ha commesso in Europa. Non si possono cavalcare questioni sensibili e complesse con toni di sfida e di chiusura. Il risultato è che non solo, per i toni, la destra ha spaventato l’elettorato moderato, ma ha anche contribuito a radicalizzare le posizioni, allontanando i possibili rimedi.
Si prendano le questioni più importanti: quelle che per i paesi europei hanno carattere immanente, perché marcheranno le strategie di sviluppo; quelle dalle cui scelte dipenderà il destino delle nuove generazioni.
Si prendano, così, temi come l'Europa e l'Euro e quelli dell'immigrazione e dell’integralismo islamico: se ne rileva che la radicalizzazione delle posizioni opposte si tramuta in troppi pasticci e in immobilismo.
Così non si aiuta la ricerca delle soluzioni, né l'autorevolezza delle scelte di uno Stato che, al contrario, perde fiducia e speranze e motiva ansie e insicurezze.
Un esempio può essere la recente legge sulla legittima difesa, in Italia, il cui testo pasticciato non aiuta a capire e non servirà ad evitare che l’istinto alla difesa si trasformi in angoscia.
L'Europa è una scelta strategica irreversibile, l'ha capito anche Grillo che con furbizia ora fa passi indietro. E retromarce, dopo la batosta elettorale amministrativa, il M5S sta facendo anche sui temi della sicurezza, dei rom e dell’immigrazione.
Come si potrebbe pensare al futuro, ad esempio in Italia, senza un contesto più largo di mercati, di alleanze, di difesa e di sicurezza? Quanti anni durerebbe la nostra sovranità e la nostra democrazia?
L’ispirazione europea nasce da sentimenti liberali, non classisti e populisti.
Anche l'immigrazione è una questione europea. I danni maggiori in Italia sono provocati dal braccio di ferro tra chi sostiene i respingimenti e chi, invece, predica l'accoglienza. La radicalizzazione delle posizioni ha determinato immobilismo e rassegnazione, non iniziative e i rimedi.
Arringare il popolo sui fenomeni più toccanti non crea soluzioni.
Sulla questione accoglienza, in aggiunta, s’è infiltrata la mafia e s’è sviluppata un’inquietante collusione tra partiti, cooperative, criminalità organizzata, faccendieri, onlus e schiavisti.
Lo scontro in Europa tra sovranisti e mondialisti ha solo peggiorato le cose.
Nel mezzo tra gli uni e gli altri c'è sempre la maggioranza inquieta dei popoli che cerca risposte, non risse.
In Italia, c’è anche un fiume di danaro che - more solito - scorre impetuoso sulle spalle dei contribuenti - già allo stremo di proprio - tra i costi dell’accoglienza, quelli della giustizia, quelli della sicurezza, quelli del degrado e quelli della proliferazione criminale.
Il degrado, inoltre, è un freno al fatturato turistico. E’ come una guerra che ogni anno in Italia presenta un conto salato da pagare.
Le recenti elezioni in Europa dovevano essere la rilevazione di una svolta sovranista, invece hanno ridimensionato i movimenti di protesta.
Austria, Olanda, Francia e Inghilterra - e ora anche la tornata amministrativa in Italia - hanno bocciato la protesta. Forse le ragioni saranno pure diverse, ma il richiamo all’istinto non fa più presa. Serve ragionare e soprattutto serve la proposta.
E ragionando è facile capire che non ci sia niente di più illogico e di più stupido dell’antipolitica. I territori e le popolazioni non si possono amministrare con gli slogan e con i buoni propositi. La politica è il cuore pulsante dei rapporti sociali. Al di là della politica c’è sempre la violenza del più forte e la viscida demenzialità della burocrazia.
Chi pensa, infatti, che la politica sia corruzione non ha capito una mazza. La corruzione c’è perché non c’è la giustizia, non perché c’è la politica. C’è perché la magistratura ha abdicato al suo ruolo e pretende di gestire la cosa pubblica.
Come per gli stati confessionali, in Italia si è instaurato il fondamentalismo giudiziario. La Magistratura è una casta, anche rissosa all’interno, che rifiuta ogni riforma, è autoritaria, non conosce la democrazia e s’attrezza a sostituirsi al popolo, per privarlo della sua sovranità.
La sinistra ha fallito. Non è riuscita a scrollarsi dalle incrostazioni ideologiche e dall’idea socialcomunista della politica fatta di ramificazioni sociali che controllino e gestiscano il territorio. Questo modello di organizzazione sociale, però, in un sistema democratico pluralista è tipico del sistema mafioso, e finisce con l’essere il filo conduttore della malversazione, dell’abuso e della corruzione.
Chi in Italia può bloccare questo processo involutivo è la destra liberale e moderata. Occorre, però, un forte movimento coeso ed un programma di riforme, oltre che abbandonare le ambiguità, gli slogan e la radicalizzazione dei toni.
Tra sovranismo e rivoluzione liberale, in Italia la destra si gioca la sua capacità di contare".
Quando afferma che (per esempio) qui in Italia serve una doppia moneta, l'Euro (per le transazioni con l'estero) ed una moneta fatta sul modello dell'Am Lira, il presidente Silvio Berlusconi dice una cosa assennata.
Peccato, però, che il Partito Popolare Europeo, di cui Forza Italia fa parte, sia oggi sostenitore del sistema europeo attuale, quel sistema che ci sta strozzando.
Il centrodestra italiano deve essere liberista nell'economia e conservatore nei valori.
Deve difendere la famiglia ed essere contro l'immigrazione irregolare e deve essere per la difesa della proprietà privata e dell'economia liberista.
Sull'Europa, il centrodestra non deve essere per forza anti-europeista ma deve essere contro l'attuale sistema.
Ieri, durante la trasmissione di Giovanni Floris "Di Martedì", il leader della Lega Nord Matteo Salvini ha detto auspicare una seria riforma dell'Unione Europea.
Il centrodestra deve agire così.
In tale senso, trovo corretta la direzione presa da Direzione Italia, che è affiliata ai Conservatori e Riformisti Europei.
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