Vi spiego perché la risposta datami ieri sull'impianto "Fossil Free Energy" dall'ex-assessore all'Ambiente del Comune di Roncoferraro Annalisa Gazzoni non mi ha convinto.
L'impianto in questione avrebbe dovuto funzionare con cippato di legna prodotto ad una distanza massima di 60 Km da Roncoferraro.
Ora, la nostra zona, la Pianura Padano-Veneta, è una zona in larga parte antropizzata.
Quindi, non ci sono boschi da cui si possa prendere il legname che serve per fare il cippato.
Nella risposta sono state citate le piantumazioni che si sarebbero dovute fare per avere gli alberi da cui ricavare il cippato.
Peccato, però, che per avere un albero con cui potere fare il cippato serva tempo.
Gli alberi non crescono magicamente.
Inoltre, faccio anche una constatazione di tipo tecnico a livello ambientale.
Si parla tanto di ridurre le emissioni di CO2.
Ora, l'impianto "Fossil Free" funziona con una combustione e (com'è noto) una combustione di un materiale a base di carbonio (che sia metano, propano o legno) produce CO2.
Sia chiaro, sul tema del riscaldamento globale, io la penso come Donald Trump, Carlo Rubbia ed Antonino Zichichi.
Il problema del riscaldamento globale è dovuto anche a fattori naturali, come dice anche la storia.
Vi consiglio di leggere le cronache di Thomas Walsingham, uno storico inglese morto nel 1422, che nella sua "Historia anglicana" scrisse della crisi del XIV secolo.
Che si bruci del metano, del propano o (come nel caso dell'impianto in questione) del legno si produce sempre CO2.
Inoltre, come tutta la zona della Pianura Padano-Veneta, la zona di Mantova e Provincia ha il problema del PM10, il materiale presente nell'atmosfera in forma di particelle microscopiche, il cui diametro aerodinamico è uguale o inferiore a 10 µm, ovvero 10 millesimi di millimetro.
Le combustioni generano PM10.
Dunque, non mi sorprende che questo progetto sia fallimentare.
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