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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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mercoledì 7 giugno 2017

Curare con i virus? Si può, attraverso la trasduzione e non solo


Non tutti sanno che anche i virus possono essere utili.

Prima di tutto, bisogna capire cos'è un virus.
Un virus altro non è che un pacchetto di acido nucleico (che può essere DNA o RNA) contenuto in un involucro proteico, detto capside.
Tecnicamente, un virus non può essere considerato un essere vivente, come un batterio, un protozoo, un fungo, un vegetale o un animale.
Non ha strutture cellulari (come ribosomi, apparato di Golgi e mitocondri) né metabolismo.
Però, il virus può fare una cosa: riprodursi.
La riproduzione virale è molto semplice.
Il virus infetta una cellula, inserendo il suo genoma (che può essere DNA o RNA) e monopolizza il metabolismo di quest'ultima, per produrre nuovi virus.
Con un enzima virale, questi ultimi escono dalla cellula, che si lisa e muore. Questo è il ciclo litico.
Da qui deriva il nome latino "virus", che significa "veleno".
In altri casi, invece, i virus che infettano la cellula possono modificarne il patrimonio genetico e le caratteristiche oppure possono restare silenti anche per molto tempo, per poi indurre il ciclo litico. In tal caso si parla di ciclo lisogeno.
Esistono virus animali, che colpiscono le cellule degli animali, tra cui quelle umane, quelli vegetali, che colpiscono le cellule delle piante, ed i virus batteriofagi, che utilizzano come ospiti i batteri.
Ora, sono di interesse proprio i virus batteriofagi.
I virus batteriofagi si comportano esattamente come gli altri virus e possono indurre il ciclo litico o quello lisogeno.
Con il ciclo lisogeno può avvenire che il virus cambi la cellula batterica.
In tal caso si può parlare di conversione fagica o di trasduzione.
La conversione fagica avviene quando il genoma virale fa cambiare il batterio.
Uno dei casi più importanti è quello dello streptococco che causa la scarlattina, il quale verrebbe modificato e reso patogeno proprio dall'infezione di un batteriofago.
Oltre alla conversione vi è anche la trasduzione.
La trasduzione avviene quando un batteriofago ha indotto il ciclo litico in un batterio.
Molti dei nuovi virus che escono da quel batterio possono portare con sé pezzi di DNA di quest'ultimo. Lo schema in alto illustra il meccanismo.
Quando infettano un altro batterio, questi virus "diversi" apportano al nuovo ospite le caratteristiche di quello precedente.
Proprio la trasduzione ha un interesse da parte della ricerca scientifica.
Per esempio, si potrebbe parlare della produzione di insulina.
L'insulina è un ormone proteico.
Come tale, essa è costituita da una sequenza di amminoacidi.
Attraverso il processo inverso rispetto a quello che porta alla sintesi delle proteine nelle cellule si può ottenere la sequenza di RNA messaggero che porta l'informazione della sintesi di quella proteina.
Utilizzando una trascriptasi inversa (un enzima che è usato anche da alcuni virus, come il virus HIV) si può risalire alla sequenza di DNA che codifica per l'insulina.
Questo pezzettino di DNA può essere inserito in un virus batteriofago, il quale può essere usato per infettare un batterio coltivato.
Il batterio in questione può essere l'Escherichia coli, il batterio presente anche nel nostro intestino.
Questo batterio così trattato inizierà a produrre insulina umana a basso costo.
Ciò potrebbe essere un grande passo per la cura del diabete mellito.
Non si deve parlare solo di insulina ma anche di altro.
Per esempio, pare che esistano alcuni virus con cui si possono combattere i tumori.
Il professor Riccardo Lencioni,  docente di Diagnostica e Radioterapia all'Università di Pisa parla di un virus capace di distruggere le cellule neoplastiche.
Riccardo Lencioni

Si tratta del virus JX-594, il quale è stato sperimentato su pazienti malati di tumori avanzati ed inoperabili.
Lencioni (nella foto) ha fatto parte di una task force internazionale che ha trattato l'argomento.
I pazienti si trovavano in centri americani ed asiatici.
Ebbene, i dati hanno dimostrato sia un'efficace replicazione del virus all'interno delle cellule tumorali, con conseguente distruzione delle stesse, sia l'induzione di una reazione immunitaria generalizzata specifica contro il tumore. 
I pazienti a cui sono state somministrate alte dosi di virus hanno fatto registrare una sopravvivenza mediana di 14,1 mesi, più che doppia rispetto ai 6,7 mesi del gruppo di controllo che ha ricevuto basse dosi. 
Il sito dell'Università di Pisa ne parla.
Quindi, il virus non è solo un parassita obbligato che distrugge le cellule che infetta ma può diventare anche un agente ricombinante che può aiutare a risolvere grossi problemi e non solo.
Per questo, servirà tanta ricerca.
L'Italia sarà pronta a fare ciò?






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Ringrazio un caro amico di questa foto.