l'amica e socia Stephanie Caracciolo (che ringrazio) mi ha portato all'attenzione un articolo del sito "L'antidiplomatico" che è intitolato "Siria: giornalista indipendente smonta le fake news del mainstream su Aleppo (video)".
Nell'articolo sono riportate le parole di Eva Bartlett, una giornalista canadese.
Dell'articolo, riporto questo stralcio:
"Eva Bartlett ha precisato che «vi sono giornalisti onesti nei mezzi di comunicazione, ma nella zona est di Aleppo non opera alcuna organizzazione internazionale».
Queste le dichiarazioni della giornalista indipendente: «Sai dirmi quali organizzazioni internazionali sono sul terreno ad Aleppo? Sì, ok, te lo dirò io. Non ce ne sono. Non ce ne sono.
Tutti fanno affidamento sull’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani (SOHR) cha ha sede a Coventry, nel Regno Unito, ed è composto da una sola persona. I media fanno affidamento su gruppi che sono coinvolti come i caschi bianchi. Parliamo dei caschi bianchi. Sono stati fondati nel 2013 da un ex ufficiale militare britannico, finanziati con la somma di 100 milioni di dollari provenienti da Stati Uniti, Regno Unito, Europa e altri Stati. Affermano di salvare civili ad Aleppo e Idlib… Eppure nessuno ad Aleppo orientale ha sentito parlare di loro; e dico ‘nessuno’ tenendo presente che ad oggi il 95% delle aree di Aleppo orientale sono state liberate. I caschi bianchi assicurano di essere neutrali, ma sono armati accanto ai corpi senza vita dei soldati siriani morti. I loro video contengono bambini che sono stati ‘riciclati’ in differenti rapporti. Così possiamo trovare una una ragazza di nome Aya che salta fuori nel rapporto - per esempio - del mese di agosto, e poi viene di nuovo fuori in un rapporto di due mesi dopo in un altro luogo.".
Ora, in Siria c'è una guerra.
E' inutile girarci intorno: in Siria c'è una guerra.
Si sa che la prima vittima della guerra è la verità.
Non si riesce a distinguere l'informazione dalla propaganda.
Così, ci si espone al rischio di schierarsi dalla parte sbagliata.
Ora, in Siria vi è una guerra e la situazione è complessa.
Da una parte, c'è Bashar al Assad, che è un dittatore filo-iraniano ed alleato del presidente russo Vladimir Putin, anche se laico, e dall'altra ci sono dei movimenti sunniti, tra i quali vi sono l'Isis ed i suoi alleati.
Ora, in nome dell'ostilità verso Assad e verso il suo alleato Vladimir Putin, gli USA del presidente Barack Hussein Obama (che fino a gennaio resterà in carica) si sono schierati con i ribelli, favorendo così i terroristi dell'Isis, i quali perseguitano i cristiani e minacciano Israele, di cui (almeno sulla carta) gli USA dovrebbero suoi alleati e di cui l'Iran è nemico.
Insomma, oltre alla guerra che provoca la morte di tante persone vi è anche questo grande casino mediatico.
Inoltre, Obama ha riaperto i rapporti con Teheran, creando preoccupazioni proprio a Gerusalemme.
Inoltre, Obama ha riaperto i rapporti con Teheran, creando preoccupazioni proprio a Gerusalemme.
Così, non si sa neppure con chi ci si deve schierare.
Cordiali saluti.
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