il gruppo francese Vivendi sta facendo una scalata ostile al nostro gruppo televisivo Mediaset.
Riprendendo in parte un articolo scritto da Davide Giacalone su "Il Giornale" il nazionalismo economico è un'illusione, ma il provincialismo finanziario è un crimine. Ce l'abbiamo messa tutta per impedire la crescita di grandi gruppi italiani. Mentre altri favorivano l'espansione continentale dei loro campioni noi spezzavamo le gambe ai nostri.
Ce l'abbiamo messa tutta nel difendere una mastodontica televisione di Stato, riducendo l'area del mercato in competizione, come nel fare della nostra multinazionale telefonica un operatore dialettale, oberato dai debiti contratti da chi l'ha prima scalata e poi depredata.
Abbiamo passato anni a dire vuotaggini sulla convergenza fra operatori della televisione e delle telecomunicazioni, intanto evitando accuratamente che potessero farsi accordi capaci di generare la forza per partire dall'Italia e conquistare l'Europa. Bastava non essere nani per essere visti come giganti da fermare. Bastava essere grossi per essere considerati prede da spolpare. La convergenza la sta facendo un finanziere francese, comprando Telecom e Mediaset. Se analoga operazione fosse stata fatta in Francia i protagonisti sarebbero stati fermati. Come lo furono.
Quando una società si quota in Borsa non si limita a farsi finanziare dagli investitori, accetta anche che le proprie azioni saranno comprate e vendute fra alti e bassi. Più la società è contendibile, quindi anche scalabile, più i titoli sono appetiti. Naturalmente se funziona. Queste sono le regole del gioco, che deve essere aperto a tutti. Però ci sono anche le regole per tutelare il mercato e impedire che soggetti forti possano manipolarlo. Mediaset ha presentato un esposto, accusando Vivendi, sicché la palla passa alle autorità competenti. Il governo, per bocca del ministro Carlo Calenda, ha già fatto sapere che "il modo di procedere (di Vivendi) non è appropriato". Difendiamo il libero mercato, che deve essere libero anche da eventi inappropriati..
Con tutto il rispetto ma dico che, come spesso accade, questi "grillini" non hanno capito nulla della situazione e hanno fatto questa sparata.
Ai "grillini", vorrei ricordare che Mediaset (di cui è proprietario il presidente Silvio Berlusconi) è strategica perché è la massima emittente televisiva privata italiana ed è uno dei massimi gruppi mediatici italiani.
Il gruppo di Silvio Berlusconi dà da mangiare a tanta gente, perché la fa lavorare.
Mediaset è una delle massime aziende di bandiera del nostro Paese.
Non mi risulta che Beppe Grillo, leader del Movimento 5 Stelle, faccia altrettanto.
Ora, io non sono stato un fan del precedente Governo Renzi e non sono un fan di questo Governo di Paolo Gentiloni.
Però, trovo che il ministro Calenda abbia detto una cosa condivisibile.
Auspico che dalle parole si passi ai fatti e che finalmente vi sia una politica più favorevole alla nostra impresa.
Alla nostra impresa è stato impedito di svilupparsi, per colpa di una politica veramente miope.
Pensiamo, per esempio, alla famosa "legge Mosca", una legge del 1974 che conferisce alle cooperative privilegi fiscali a scapito delle normali aziende private, le quali via via sono state tassate sempre più.
Si è dato ascolto a dei sindacati che hanno sempre avuto la concezione (tipicamente comunista) dell'imprenditore visto come "nemico dell'umanità".
Non si è fatta una seria riforma della giustizia.
Non si è tagliata la burocrazia.
Non è stata fatta una politica energetica che avrebbe abbattuto i costi dell'energia elettrica.
Inoltre, non sempre è stata implementata una politica infrastrutturale seria.
Se si fossero fatte queste cose e se non si fossero fatti certi errori (come la famosa "legge Mosca") noi non saremmo in questa situazione.
Oggi, non solo siamo un Paese in crisi e con 4,6 milioni di poveri ma siamo anche diventati terra di rapina di accaparratori tedeschi, francesi ed arabi.
Io non ho aspettative su questo Governo ma spero che questo scempio sia impedito.
Cordiali saluti.
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