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mercoledì 7 dicembre 2016

La questione di Sant'Ambrogio e degli ebrei



Cari amici ed amiche,




oggi è il giorno di Sant'Ambrogio, patrono di Milano.Ora, riguardo a ciò, mi è capitato un brano scritto da Jean Stern sul sito della Santa Sede, il quale parla dell'antigiudaismo emerso in ambiente cristiano.

Si parla anche di Sant'Ambrogio, vescovo di Milano, che fu accusato (se non di antisemitismo) di antigiudaismo.
In questa lettera ci sono delle parole di San Giovanni Paolo II che trattano questo argomento:

"Antigiudaismo e antisemitismo
Purtroppo, le relazioni tra cristiani ed ebrei sono state spesso tutt'altro che buone. Nei secoli della cristianità, gli ebrei sono stati accusati di crimini immaginari, come il sacrificio rituale. Si è voluto loro imporre il Battesimo con la forza. Sono stati espulsi dalla Francia, dall'Inghilterra, dalla Spagna. Ci sono stati dei veri e propri massacri, in particolare nel corso della prima Crociata. A partire dal XIX secolo, contro di essi andò ad aggiungersi un'accusa di ordine razziale: gli ebrei sarebbero stati degli uomini di razza inferiore. L'antigiudaismo religioso si è così trasformato in antisemitismo. È noto che il Concilio Vaticano II ne ha deplorato tutte le manifestazioni «quali che siano le epoche e gli autori». Inoltre il Concilio non solo considera la persecuzione degli ebrei come un male, ma arriva a riconoscere che in passato dei cristiani se ne sono resi colpevoli.

Ciò facendo, il Concilio non ha intrapreso una strada del tutto nuova. Esistono dei precedenti. Nel V-VI secolo il Papa san Gregorio Magno prende le difese degli ebrei di Terracina, costretti dai cristiani a spostare la loro Sinagoga, come pure di alcuni ebrei di Arles e di Marsiglia che si volevano battezzare per forza. A partire dall' XI secolo vennero pubblicate alcune Bolle pontificie che miravano a proteggere tra gli altri gli ebrei contro l'accusa di "sacrificio rituale". Più vicino a noi, all'inizio del XX secolo, san Pio X protesta contro i pogrom. Nel 1928 il Santo Uffizio condanna l'anti-semitismo, condanna reiterata da Pio XI nel 1938.

Chiunque ne sia l'autore

Una facile apologetica porrebbe fine a certe rievocazioni del passato. Giovanni Paolo II preferisce riconoscere che furono presi anche provvedimenti negativi. Nel corso, per esempio, della sua visita alla Sinagoga di Roma, il 13 Aprile 1986, dopo aver citato il passaggio di Nostra Aetate sulle diverse manifestazioni di antisemitismo, chiunque ne fosse stato l'artefice, Egli ripeté infatti le ultime parole sottolineandole: «ripeto: "da parte di chiunque"». Chiunque ne sia l'autore. Effettivamente fra gli autori di atti deplorevoli figurano dei Papi ed anche dei Santi. Nel IV secolo, sant'Ambrogio impedì che venisse fatta giustizia agli ebrei di Callinicon sull'Eufrate, ai quali i cristiani avevano devastato la Sinagoga. Giovanni Paolo II ha recentemente riconosciuto, che, su questo punto, il Santo di Milano mancò di giudizio. Nel XVI secolo il Papa Paolo IV chiuse gli ebrei di Roma in un ghetto. Ma, fatto ancor più grave: una certa mentalità, piuttosto diffusa, tendeva a vedere negli ebrei, degli esseri pervertiti, vittime di una maledizione. Non avevano forse messo a morte Gesù Cristo? Si dimenticava così l'insegnamento del catechismo del Concilio di Trento, che attribuiva la morte di Cristo a tutti i peccatori, chiunque essi siano. È indubbio che questo genere di mentalità ha contribuito alla passività di troppi spiriti di fronte all'antisemitismo nazista.


Nello spirito del Giubileo
Giovanni Paolo II constata tuttavia un cambiamento di mentalità. Egli osserva che il ricordo delle «terribili persecuzioni subite dagli ebrei nei diversi periodi della storia ha aperto infine molti occhi e turbato molti cuori».

Tale ricordo, secondo il Papa, deve aprire il cuore dei cattolici, impegnandoli a scegliere la via della riparazione. Egli ha riconosciuto che «le sofferenze sopportate dagli ebrei sono per la Chiesa cattolica motivo di dolore sincero, specialmente quando si pensa all'indifferenza e talvolta al risentimento che, in circostanze storiche particolari, hanno diviso ebrei e cristiani» (8.8.1987) «la pesante ipoteca derivante dall'eccidio del popolo ebraico dev'essere un appello permanente al pentimento per tutti i Cristiani: affinché possiamo vincere ogni forma di antisemitismo e stabilire così una relazione con il popolo fratello dell'antica alleanza».

Le ultime parole appena citate furono rivolte dal Papa all'ambasciatore di Germania nel 1990, il Paese dove aveva avuto inizio il processo di "barbarie pianificato". Certo, non tutti i tedeschi portano su di sé una parte di responsabilità della "shoah". Alcuni, come il beato Bernardo Lichtenberg, prevosto della cattedrale di Berlino sotto il nazismo, hanno coraggiosamente preso la difesa delle vittime. Ancor meno si possono accusare i popoli cristiani nella loro totalità. Il Sommo Pontefice ha tuttavia parlato di un'ipoteca. È un fatto che un'ipoteca finisca col gravare sulla proprietà di una intera famiglia per colpa di qualcuno dei suoi membri. In quella grande famiglia che è la Chiesa dove la regola è portare il fardello gli uni degli altri, spetta all'intera famiglia togliere l'ipoteca. La Chiesa avrà tanto più a cuore di liberarsene in quanto si tratta delle ferite inflitte allo stesso popolo da cui provenne Gesù Cristo, molto spesso da membri del popolo degli stessi cristiani che si dichiaravano di Cristo. Attualmente, esistono degli ebrei che riconoscono in Gesù di Nazareth il Messia, Figlio di Dio. L'ipoteca cui abbiamo appena accennato impedisce loro troppo spesso di riconoscere la Chiesa fondata dal Messia.".



Nel 38 AD, si cominciò a parlare di Cristianesimo, come religione altra rispetto all'Ebraismo.
Prima, il Cristianesimo era visto e percepito come un movimento (o una setta) dentro l'Ebraismo.
Nel 38 AD, infatti, venne fondata ad Antiochia una comunità cristiana non di origini ebraiche.
I cristiani di Antiochia erano di origine gentile.
Mano a mano che il Cristianesimo si espandeva nella società al di fuori dell'Ebraismo, nei cristiani venne meno quella "memoria ebraica", quella "memoria" secondo cui Dio era il Dio degli ebrei e Gesù Cristo, la Vergine Maria, San Giuseppe, gli Apostoli e molti martiri erano stati ebrei.
San Paolo, colui che convertì molti pagani, era un ebreo fariseo di nome Saulo. 
Questo antigiudaismo dei primi cristiani non di origine ebraica era comunque un retaggio non del Cristianesimo ma del background culturale dei convertiti dalla religione pagana e di un fatto psicologico.
Del resto, lo stesso Gesù Cristo parlò del popolo di Israele più volte, dicendo che egli era venuto prima di tutto a cercare la gente smarrita del popolo di Israele.
Inoltre, egli frequentava il Tempio di Gerusalemme e le sinagoghe.
San Giuseppe, il suo padre putativo, era un falegname ebreo.
La Vergine Maria, sua madre,  era una donna ebrea.
San Giovanni Battista, che è anche santo patrono qui a Roncoferraro (Mantova), era un ebreo.
Il primo Papa, San Pietro, era un pescatore ebreo di nome Simone.
Forse, tra i cristiani ex-pagani ci furono coloro che volendo sembrare "più cristiani dei cristiani che ci furono prima di loro" iniziarono a predicare contro gli ebrei, per "lavarsi la colpa" di fronte a Dio del fatto che a crocifiggere Gesù Cristo fossero stati quei romani loro antenati.
Essi fecero ciò per semplice ignoranza della situazione.
Così, incominciarono a fare ricadere la colpa sugli ebrei, quando tutti noi sappiamo che il popolo ebraico non ebbe nessuna colpa riguardo alla crocifissione di Gesù. A volerne la crocifissione furono Erode (20 BC-39AD) ed alcuni sacerdoti del Sinedrio, che erano attaccati al potere e che erano invisi al popolo ebraico medesimo, per via della convivenza con i Romani, i quali dominavano la sua terra con la forza.
Certamente, queste predicazioni furono seguite da altri, in totale buonafede.
Tutto questo potrebbe avere condizionato il background culturale di Sant'Ambrogio (339/340-397), che fu un grande santo e dottore della Chiesa ma che (come riconobbe San Giovanni Paolo II) mancò sul fatto di avere impedito che fosse fatta giustizia per gli ebrei di Callinicon.
Comunque, noi non dobbiamo ripetere gli errori del passato e cercare di migliorare il nostro futuro, cominciando da ora, visto che la festa ebraica di Chanukah ed il nostro Santo Natale cadranno nello stesso giorno .
Cordiali saluti.



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