ringrazio l'amico e collaboratore Angelo Fazio che mi ha portato all'attenzione l'articolo del giornale "Tempi" che è intitolato "La morte di Castro dimostra che il comunismo è una religione totalitaria".
Dell'articolo, riporto questo stralcio:
"Si discute se Castro sia stato un dittatore più crudele o più benefico, ma tale discussione muove da un punto di partenza riduttivo: prima che dittatore, il líder maximo è stato il vertice istituzionale di un sistema totalitario. E i sistemi totalitari altro non sono che la versione secolarizzata delle religioni. Come ogni religione ha bisogno di un vertice visibile, nel quale coincidono autorità e carisma, offerto alla venerazione dei credenti, così i totalitarismi degli ultimi due secoli hanno bisogno che le masse si dedichino al culto idolatrico di un capo, nel quale ripongono la loro fede e per il quale sono pronte a morire. Fidel, come gli altri tiranni degli ultimi 90 anni, ha goduto del consenso di vaste masse perché, persa la fede religiosa trascendente, le masse hanno bisogno di un idolo sul quale riversare la loro abnegazione religiosa. Con Fidel Castro è morto il papa del comunismo. Ma, come dice Alonso Muñoz Perez, mentre alla morte del Papa segue un conclave, il papa comunista si sceglie da sé il suo successore.".
Ringrazio di nuovo Angelo.
Sono d'accordo con queste parole al 100%.
In tutti i regimi totalitari, dal nazismo al comunismo, vi è il culto della personalità del dittatore, che si propone come un modello di "virtù", di "infallibilità" e di "purezza", anche quando si macchia di crimini efferati, come la shoah nella Germania nazista, le purghe staliniane in Unione Sovietica o l'uccisione degli oppositori nel castrismo cubano.
Nel comunismo, come nel nazismo e in altri totalitarismi, lo stato diventa un Moloch, una sorta di "divinità", ed il dittatore ne diventa il "pontefice massimo" o il "profeta" o l' "apostolo".
Così, si creano rituali adatti a quella situazione.
Pensiamo alle "liturgie" neo-pagane della Germania nazista.
Libri come il "Mein Kampf" ed "Il Capitale" diventano le nuove "Bibbie"
Le scuole ed i vari circoli dei partiti al governo diventano le nuove "chiese".
Tutto quello che è diverso dal pensiero del dittatore diventa "nemico dello dio-stato" e viene combattuto anche con crimini a dir poco efferati.
Per il comunismo, il Cristianesimo è un pensiero concorrente ad esso e di esso nemico e come tale, agli occhi dei comunisti, va debellato.
Da qui nasce, per esempio, l'attacco contro le chiese ed i cristiani, oltre che contro gli oppositori politici.
Mi viene in mente il video girato in Unione Sovietica in cui si vede la demolizione della cattedrale del Cristo Salvatore di Mosca.
Il comunismo non è semplicemente un'idea
Esso è a tutti gli effetti una "religione", una "religione" di morte.
Quello che accade a Cuba è esattamente questo.
Cordiali saluti.
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