Cari amici ed amiche,
sono onorato di avere come collaboratore una persona come Angelo Fazio.Mi ha portato all'attenzione il video che ho riportato qui sopra, con tanto di sua spiegazione:
Per capire bene la vicenda trattata, però è bene spendere due parole sulle recenti vicende di questa nazione.
Nel 2013, il gruppo armato musulmano Seleka, effettua un colpo di stato a Bangui e, dopo la sua presa di potere, comincia a compiere nefandezze sui non-musulmani (cristiani e animisti) in tutto il paese.
Ma questo stato di cose non dura a lungo, perché poco dopo, la popolazione non-islamica centrafricana si organizza in milizie di auto-difesa denominate Anti-Balaka (in lingua locale vuol dire “anti-machete), allo scopo di fronteggiare Seleka.
In seguito alla loro controffensiva vittoriosa, tuttavia, i guerriglieri Anti-Balaka, per vendicarsi, cominciano a compiere delle brutalità contro i musulmani. Il paese è nel caos e c’è il rischio di un nuovo Ruanda.
In seguito, la diplomazia internazionale si interessa del Centrafrica e la situazione si placa.
Anche la visita di Papa Francesco (che aprì una Porta Santa a Bangui una settimana prima di quella di Roma) nel novembre 2015 ha ulteriormente contribuito in tal senso.
A scanso di equivoci è bene chiarire che anche se, purtroppo, un certo numero di cristiani si erano uniti agli Anti-Balaka, questo gruppo non è etichettabile come “cristiano” (come purtroppo i mass media lo hanno definito) ma è da ritenersi a tutti gli effetti di demarcazione animista, come dimostrato dal fatto che questi miliziani portano amuleti al collo.
Fu in quel travagliato periodo in cui gli Anti-Balaka stavano portando avanti la loro “caccia al musulmano”, che Padre Bernard Kinvi, un camilliano togolese di soli 32 anni, direttore dell’ospedale Giovanni Paolo II di Bossemptélé (non distante dalla capitale), riuscì nell’impossibile.
All’epoca, Padre Kinvi decise di aprire le porte della sua missione ai musulmani, per proteggerli dalle ire di questi miliziani.
Lui e i suoi collaboratori hanno rischiato la vita per questa nobilissima opera. Malgrado le continue minacce dagli Anti-Balaka, il giovane religioso, determinato a svolgere la sua missione evangelica non ha mollato, ha tenuto duro ed è riuscito a salvare 1.500 vite umane.
Egli ha posto se stesso e la missione camilliano come ostacolo ai disegni di chi voleva solo continuare a seminare morte e distruzione, perché riteneva che ogni vita umana è preziosa.
Un eroe della pace straordinario che ha donato un messaggio importantissimo alla Repubblica Centraficana e al mondo intero.
Padre Bernard Kinvi, per questa eroica opera, è stato insignito nel 2014 del premio “Alison Des Forges” dall’organizzazione Human Rights Watch e nel 2016 è stato fra i finalisti del “Premio Aurora per il contributo al Risveglio dell’Umanità”.
L’Aurora Prize è un riconoscimento umanitario fondato in nome dei sopravvissuti al genocidio armeno, ispirato ad Aurora Mardiganian, che viene conferito a chi si oppone ai crimini contro l’umanità.
E’ da dire, infine, che tutta la Chiesa Cattolica del Centrafrica è stata sempre dalla parte pace e della riconciliazione nazionale".
Ringrazio di cuore Angelo.
Aggiungo alla sua spiegazione che sono proprio personaggi come padre Kinvi quelli che vanno ricordati come coloro che sono al servizio al servizio dei poveri e non chi incoraggia l'immigrazione clandestina qui in Italia.
Cordiali saluti.
Nessun commento:
Posta un commento