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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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lunedì 25 luglio 2016

A San Japicu di Jalati/ A San Giacomo di Galati

Da lu ventu cà prutiggiustu...
cà pì ogni bona cosa prucissiuni vi fici...
lu jalatisi populu...cà lassari vulistu...
ma turnastu poscia...pì 'na vuci dû Maestru...
comu chiddu populu...lu munnu prutiggiti...
comu pì chiddi cà la razia nun hannu...o San Japicu...
pì l'omini sancti lu Signuruzzu priati!
Amen!

Italiano:

Dal vento che proteggeste...
che per ogni buona cosa processione vi fece...
il galatese popolo...che lasciare voleste...
ma tornaste poi...per una voce del Maestro...
come quel popolo...il mondo proteggete...
come per quelli che grazia non hanno...o San Giacomo...
per gli uomini santi il Signore pregate!
Amen!

Oggi è la festa di San Giacomo Maggiore Apostolo, di cui questa mia poesia-preghiera parla.
Auguri a tutti coloro che si chiamano Giacomo o Giacomina, come mia madre.
Ora, San Giacomo Maggiore Apostolo è anche il santo patrono di Galati Mamertino, il paese di mia madre, in provincia di Messina.
La foto qui sopra mostra la statua allocata nella chiesa madre del paese siciliano.
Intorno a quella statua vi è una leggenda che raccontata anche da Nina Giardinieri nel suo libro intitolato "E il palazzo bruciò".
La leggenda parla dei notabili di Galati Mamertino che andarono dal signorotto locale.
Questi gli chiesero di potere avere un santo patrono da mettere nella chiesa madre, che (per la cronaca) risale al XV secolo.
Il santo patrono fu Giacomo.
La statua venne fatta e fu sistemata nella chiesa.
Vennero poste delle regole sulla devozione al santo.
La prima fu quella di esporre la statua del santo quando c'è il vento forte.
La seconda fu quella di portare il santo in processione.
Così fu.
All'inizio, il santo fu festeggiato e fu portato in processione.
In seguito, però, i festeggiamenti si fecero tiepidi e si arrivò persino a non volere portare la statua in processione, con la scusa del suo considerevole peso.
La statua in questione viene portata a spalle da ben 24 uomini.
Qui si arriva alla leggenda.
Un giorno, il sagrestano aprì la chiesa e non trovò più la statua.
Venne chiamato il parroco, il quale pensò che essa fosse stata rubata.
Ad un certo punto arrivò una donna che spaventata disse di avere visto la statua del santo prendere vita,  camminare da sola ed andare via da Galati Mamertino.
L'arciprete si fece indicare il posto in cui fu avvistata la statua e lui e tutto il popolo si recarono sul posto e video San Giacomo andare via.
Il popolo implorò ma egli non lo ascoltò.
Ad un certo punto, l'arciprete si mise ad urlare: "Fermati, Giacomo, in nome del Signore Gesù".
In quel momento, Giacomo si fermò e rimase a Galati Mamertino.
Ho fotocopiato le pagine della leggenda di San Giacomo e la copia è nella sede del Comitato Manifestazioni Roncoferraro.
I santi patroni meritano rispetto.
Cordiali saluti.


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