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domenica 24 luglio 2016

Rispettiamo i nostri eroi

Cari amici ed amiche,

torno a parlare dell'ex-chiesa di Santa Maria Assunta che si trova a Susano, una borgata che fa parte del Comune di Castel d'Ario, in Provincia di Mantova.

Ne ho parlato in qualche articolo precedente su questo blog e su "Ribellione Nazionale".
Faccio ciò imitando il mio caro amico Alfredo Bertelli, il quale è segretario del Comitato Manifestazioni Roncoferraro (il mio diretto superiore) e che è anche un personaggio importante nel panorama culturale mantovano, per varie iniziative.
Bertelli aveva fatto un discorso in occasione del restauro di un monumento dedicato a San Luigi Gonzaga qui a Roncoferraro.
Egli ha terminato il suo discorso dicendo che noi dobbiamo difendere le nostre tradizioni.
Una civiltà non può guardare al futuro senza tenere conto di ciò che fece nel passato.
Ora, la chiesa fa parte di un complesso conventuale che era dei frati domenicani.
Questo luogo è legato a Paolo Emilio Gonzaga, un eroe della Battaglia di Lepanto, la battaglia del 1571 contro i Turchi che fu vinta dai cristiani.
Morto nel 1619, Paolo Emilio Gonzaga fu un discendente di un ramo cadetto della nota famiglia nobile mantovana, il ramo dei Gonzaga di Novellara, e combatté nella battaglia di Lepanto.Egli ebbe dei possedimenti nella zona di Susano, frazione del Comune di Castel d'Ario.
Su questi suoi possedimenti, Paolo Emilio Gonzaga fece costruire un convento con la chiesa dedicata alla Vergine Maria Assunta.
L'architetto fu (nientepopodimeno che) Antonio Maria Viani (1550-1635).
Nel 1619 (anno in cui morì) Paolo Emilio Gonzaga donò all'Ordine dei Padri di San Domenico il convento e le corti Ronchesana e Colombara.
I frati presero possesso di essa nel 1622.
Paolo Emilio Gonzaga fu sepolto nella chiesa.
Il convento andò avanti fino al 3 dicembre 1787.
L'imperatore del Sacro Romano Impero Giuseppe II d'Asburgo (1741-1790) deliberò la chiusura del convento che venne secolarizzato e consegnato ed acquisito dalla Duchessa di Modena, la quale aveva una tenuta a Bigarello. 
Il convento fu anche legato ai Cybo e persino ai Rotschild.
La chiesa divenne suffraganea della parrocchia di Bigarello.
Purtroppo, negli anni '70 ed '80 del secolo scorso il complesso andò in rovina.
Io, che abito in una zona vicina, mi ricordo molto bene.
Il complesso fu restaurato tra il 1992 e il 1993 dall'attuale proprietario Luigi Bianchi.
I preziosi arredi interni della chiesa tra i quali gli altari lignei del Seicento, sette grandi tele di Francesco Borgani, una tela di Pietro Facchetti e una di Francesco Marcoleoni, furono trafugati tra il 1970 e il 1985.
La scuderia è oggi un ristorante.
Ora, i resti di Paolo Emilio Gonzaga sono ancora nella chiesa, che oggi è sconsacrata.
Io penso che un personaggio del genere, il quale partecipò in una battaglia così importante, quale fu la Battaglia di Lepanto, meriti rispetto.
Dobbiamo ringraziare anche lui, se la nostra civiltà è ancora in piedi.
E' chiaro il concetto?
Io sarei per la riesumazione dei suoi resti, per ricollocarli in un'altra chiesa, o per la riconsacrazione della stessa chiesa di Susano, ove essi riposano tuttora.
Se io fossi il proprietario del convento, arrederei di nuovo la chiesa e la farei riaprire al culto cattolico e la donerei alla parrocchia di Castel d'Ario o a quella di Bigarello.
Noi dobbiamo la nostra libertà e la salvezza dei nostri valori anche a personaggi come Paolo Emilio Gonzaga, il quale combatté contro i Turchi a Lepanto.
Nel 1570, i Turchi avevano attaccato Cipro per una fatwa che avrebbe previsto (tra le altre cose) la conquista islamica di territori che erano stati presi dagli Arabi, come la Sicilia e addirittura la Spagna.
Questo fu l'antefatto della battaglia di Lepanto.
Se i cristiani avessero perso quella battaglia, i Turchi avrebbero attaccato anche la Sicilia e la Spagna e la storia sarebbe andata in modo molto diverso.
Dunque, piantiamola con certa retorica.
Oggi, proprio dalla Turchia, stanno arrivando nuove minacce.
Noi non dobbiamo avere paura di mostrarci per quello che siamo.
Cordiali saluti.

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