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lunedì 25 luglio 2016

Chi lo fermerà?

Cari amici ed amiche,

leggete l'articolo scritto da Keyser Soze su "Panorama", il quale è intitolato "Ma qualcuno fermerà mai Napolitano?".
Keyser Soze è un uomo delle istituzioni che da mesi su "Panorama" racconta la politica, dal di dentro. Lo pseudonimo è preso dal film "I soliti sospetti".
Anche se non è più presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano resta sempre un personaggio che pesa sulla scena politica.
Quando si parla di Napolitano non si può non parlare del suo esasperato interventismo, interventismo che nel 2011 lo portò a fare cadere un governo eletto e a sostituirlo con uno non eletto da nessuno.
Napolitano è colui che aborrisce le elezioni.
Napolitano è oggi colui che si spende per il "Sì" alle riforme costituzionali nel referendum.
Quelle riforme, che (guarda caso) ridurrebbero la democrazia nelle nostre istituzioni, se fossero approvate, furono scritte proprio da lui.
Il capogruppo di Forza Italia alla Camera dei Deputati, Renato Brunetta, ha detto:

"Se Matteo Renzi userà Napolitano come testimonial del Sì fornirà al fronte del No una formidabile arma di propaganda".

Che si deve dire?
Riportando quanto scritto nel citato articolo, Napolitano è famoso per i privilegi della "casta" (qui in Italia l'unica intercettazione distrutta è quella che lo vedeva protagonista con l'ex-ministro dell'Interno Nicola Mancino nell'ambito del processo sulla trattativa Stato-mafia) e di quella idea di una politica in cui il popolo deve esprimersi il meno possibile.
Ricordo che nel 1956, il comunista (oggi ottuagenario) Napolitano appoggiò l'entrata dei carri armati sovietici in Ungheria.
Napolitano era interventista come presidente della Repubblica (per esempio, egli diceva la sua sulle nomine ed annunciava voti di fiducia del governo su questioni delicate) e lo è anche ora che sta a Palazzo Giustiniani come senatore a vita.
Questo suo modo di fare stride con quello che fa il suo assai più morigerato successore Sergio Mattarella.
Qualcuno lo fermerà?
Cordiali saluti.

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