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venerdì 29 luglio 2016

In Corsica si minaccia l'Isis

Cari amici ed amiche,

come apprendo dal blog "Ribellione Nazionale", gli indipendentisti còrsi minacciano l'Isis.
Gli amici del succitato blog hanno ripreso quanto scritto su "Il Secolo d'Italia".
Secondo il comunicato del Fronte Nazionale di Liberazione della Corsica, "Ogni eventuale attacco dei miliziani dell’Isis farebbe scattare una risposta determinata senza indugi".
La Corsica è una terra che soffre.
Nel 1768, con il Trattato di Versailles, la Repubblica di Genova cedette i diritti sulla Corsica alla Francia, dopo che nel 1755 Pasquale Paoli proclamò l'indipendenza dell'isola dalla città ligure.
Paoli creò una Repubblica corsa, che tra le altre cose garantì il diritto di voto alle donne.
I genovesi chiesero aiuto ai francesi indebitandosi con essi.
Per questo, la Corsica cadde in mani francesi.
Tra il 1768 ed il 1769 ci fu una guerra tra corsi e francesi e questi ultimi vinsero nella Battaglia di Ponte Nuovo.
Da lì in poi, per i Corsi furono problemi.
I francesi cercarono di francesizzare il popolo corso con la forza.
Il francese sostituì l'italiano come lingua ufficiale e si cercò di distruggere anche la lingua corsa, un dialetto italo-romanzo afferente alle parlate dell'Italia centrale, come toscano, umbro e laziale, con qualche inflessione simile a quelle del sardo logudurese e del siciliano.
In alcune aree dell'isola si parlava anche il ligure.
Mi viene in mente la zona di Bonifacio.
Dal 1962, Parigi fece arrivare in Corsica decine di migliaia di franco-algerini, detti "pieds noirs".
Tra questi vennero molti musulmani.
Questo fu visto molto negativamente dai corsi, i quali reagirono.
Diciamo che quanto scritto dal Fronte Nazionale di Liberazione della Corsica altro non è che una risposta (l'ennesima) a questa politica francese che gli isolani non riescono ad accettare.
A questo punto, i corsi non potrebbero fare quello che tentarono di fare gli scozzesi, con un bel referendum?
Anche le autorità francesi farebbero bene a prendere in considerazione quello che già fece Londra a suo tempo.
In Corsica si dovrebbe un referendum con cui si chiederebbe al popolo corso di scegliere tra il restare in Francia o il passare all'Italia.
Infatti, Paoli scrisse nel 1750:

"Siamo Italiani per nascita e sentimenti, ma prima di tutto ci sentiamo Italiani per lingua, costumi e tradizioni… E tutti gli Italiani sono fratelli e solidali davanti alla storia e davanti a Dio… Come Còrsi non vogliamo essere né servi e né ribelli e come italiani abbiamo il diritto di essere trattati uguale agli altri italiani… O non saremo nulla… O vinceremo con l’onore o moriremo con le armi in mano…".


Se fosse legalmente italiana, la Corsica godrebbe di uno statuto autonomo, come la vicina Sardegna e la Sicilia.
Da quello che si evince, i corsi sono anche stufi di una politica francese che riguardo al terrorismo ha fatto poco e nulla.
Cordiali saluti.

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