31 luglio 2016 XVIII Domenica T.O./C dal Vangelo di Luca (Lc 12, 13-21)
La Parola di questa domenica ci esorta ad acquistare un cuore saggio che sappia distinguere ciò che veramente è prezioso per le nostre vite e ciò che invece è vanità, letteralmente “soffio, fiato, fumo” che svanisce «come un sogno al mattino». Se la volontà di un uomo tende in maniera assoluta, esclusiva, ai beni della terra la sua memoria sarà un emporio di desiderata, di appetiti, di voglie, e la sua mente una ragioneria di proprietà possibili o impossibili, di fantasie, di frustrazioni e di depressioni e così «neppure di notte il suo cuore riposa». L’antidoto a questa triste condizione esistenziale, dove «tutto è vanità e un inseguire il vento», è la sapienza del cuore di chi sa accogliere seriamente il progetto d’amore di Dio per lui. Chi disprezza Dio per i beni terreni è uno stolto perché «anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede»; nessuno «per quanto si dia da fare, può aggiungere un'ora sola alla sua vita». Francesco d’Assisi nella sua “Lettera ai fedeli” ha fatto la migliore esegesi del Vangelo di oggi e teatralizza tragicamente l’atteggiamento dello stolto: alla fine della sua vita «tutti i talenti, l’autorità e la scienza e la sapienza che egli stesso credeva avere, gli sono tolte. E i parenti, gli amici gli prendono il patrimonio e se lo dividono e poi dicono: Maledetta sia la sua anima, poiché poteva darci e acquistare più di quanto non acquistò. I vermi poi mangiano il corpo. E così perde l’anima e il corpo in questa breve vita e va nell’inferno, ove sarà eternamente bruciato».
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