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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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mercoledì 27 luglio 2016

Una riflessione personale su quanto accaduto a Rouen.

Cari amici ed amiche,

faccio una riflessione su quanto accaduto ieri a Rouen.
C'è stato un attentato terroristico fatto dall'Isis in una chiesa ed il prete, padre Jacques Hamel (nella foto) è stato ucciso.
Ora, faccio una riflessione personale.
Chi mi conosce sa che temo la morte.
Io rispondo dicendo che temere la morte è anche una forma di rispetto per la propria vita.
Chi rispetta la propria vita rispetta anche quella degli altri.
Ora, i terroristi non rispettano la propria vita.
Essi sono disposti a farsi uccidere pur di imporre un'ideologia ed una fede che già di loro annoverano la conquista e la sottomissione degli altri con la forza.
Questo non è umano ma è diabolico.
Arrivare ad avere un vero e proprio "culto della morte", come lo hanno questi terroristi islamici, è diabolico.
Desiderare la morte di altri a tal punto da farsi ammazzare è diabolico.
Pensiamo ai terroristi di Rouen o ai terroristi palestinesi che compiono attentati suicidi in Israele.
Noi dobbiamo riflettere su ciò per cercare di capire che siamo in guerra.
Cordiali saluti.

2 commenti:

  1. Ti copio la lettera di Vittorio Sgarbi
    Onoriamo i nostri morti. La chiesa deve combattere per la pace.
    VITTORIO SGARBI·MERCOLEDÌ 27 LUGLIO 2016
    Lettera a Francesco
    «Io sono un prete»: con queste parole ha sigillato la sua impresa umana padre Jacques Hamel. Il papa ha manifestato dolore e orrore. Ma non basta. La chiesa deve alzare la testa. I cristiani devono reagire. Per la sua fede padre Hamel è stato ucciso, durante la messa, a 86 anni di assoluto amore per Dio. E' morto con Dio. La sua testimonianza, in chiesa, realizza compiutamente il sacerdozio che ,nella celebrazione della messa e nella comunione,lo identifica con Gesù. Nella comunione il sacerdote è Gesù. In questo specifico caso lo è fino al sacrificio, riproducendo nella sua morte la passione di Cristo. Crocifisso Gesù, sgozzato padre Jacques. Il martirio li rende una sola persona, nel sangue di Cristo, per sovrapposizione, non rappresentazione liturgica.
    Il papa non può soltanto pregare, deve agire. Innalzare il simbolo della fede, e consacrare padre Jacques santo. Santo subito,nella più piena imitazione di Cristo. E trasformare,come comunque farà la fede popolare, la chiesa di quel prete, la parrocchia di Saint Etienne de Rouvray, in un santuario,meta di pellegrinaggio.
    La chiesa deve reagire schierando davanti al male,davanti al demonio,i suoi martiri,senza invocare passivamente la pace,e neanche il perdono per gli assassini.
    Nell'«Ecclesiaste», il libro più attuale della Bibbia, leggiamo:
    1 Per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo per ogni cosa sotto il cielo»
    2 C'è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante.
    3 Un tempo per uccidere e un tempo per guarire, un tempo per demolire e un tempo per costruire...
    5 Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli, un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci...
    8 Un tempo per amare e un tempo per odiare, un tempo per la guerra e un tempo per la pace...
    14 Riconosco che qualunque cosa Dio fa è immutabile; non c'è nulla da aggiungere, nulla da togliere. Dio agisce così perché si abbia timore di lui.
    15 Ciò che è, già è stato; ciò che sarà, già è; Dio ricerca ciò che è già passato.
    16 Ma ho anche notato che sotto il sole al posto del diritto c'è l'iniquità e al posto della giustizia c'è l'empietà.
    17 Ho pensato: Dio giudicherà il giusto e l'empio, perché c'è un tempo per ogni cosa e per ogni azione
    Francesco lo sa: questo è il tempo della guerra. Onoriamo i nostri morti. Francesco proclami santo il suo soldato Jacques. Un cristiano, un prete, un martire. Riconosca il giusto davanti al mondo. La chiesa deve combattere per la pace. Non invocarla inerte. Cristo ha detto: chi vuole venire dietro di me, prenda la sua croce e mi segua.
    Tommaso Becket, arcivescovo di Canterbury, ucciso in chiesa nel 1170, fu canonizzato nel 1173. Un altro precedente è la beatificazione del vescovo Romero, personalmente accelerata proprio da Papa Francesco. La sua causa, rimasta ferma per anni, fu sbloccata dall'intervento di papa Benedetto XVI il 20 dicembre 2012, e in seguito proseguita da papa Francesco, che ne desiderava una rapida conclusione, in quanto sulla base della testimonianza del capitano di polizia Alvaro Rafel Saravia - l'unica persona condannata per il suo omicidio - Romero era stato assassinato in odio alla fede; questa decisione fu comunicata personalmente dal papa al postulante della causa. Papa Francesco, con proprio decreto del 3 febbraio 2015, ha infine riconosciuto il martirio in odium fidei di monsignor Romero, che è stato elevato alla gloria degli altari, come beato, in una solenne celebrazione in San Salvador, il 23 maggio 2015. La sua festa è stata fissata al 24 marzo, giorno della sua uccisione, la stessa giornata è stata proclamata dalle Nazioni Unite giornata internazionale per il diritto alla verità sulle gravi violazioni dei diritti umani e per la dignità delle vittime.
    Vittorio Sgarbi


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