Cari amici ed amiche,
vi invito a leggere questa riflessione del mio amico Vito Schepisi che è stata scritta sulla sua pagina d Facebook:
"Hanno fatto bene o non hanno fatto bene? Come dirlo?
A Fermo, al funerale del nigeriano - vittima della stupidità e della sua stessa reazione violenta - le personalità della politica, del Governo e delle Istituzioni sono accorse in massa.
Se qualcuno mi dicesse che erano là perché presi dal dolore per la perdita, o perché mossi dalla solidarietà verso la vedova, non ci crederei ... neanche sotto tortura.
Erano tutti là perché ciascuno ha pensato di usare questo episodio.
C’è una situazione difficile in Italia ed il timore di poter essere additati come responsabili è reale. Legarsi alla vita, alla solidarietà e alla non violenza è sempre una buona ragione per guadagnarsi credito politico e per dar mostra di bontà d'animo e di buoni propositi.
Se i politici dovessero cadere nel cono d’ombra della “impresentabilità” - come è accaduto a molti loro colleghi non più inutili, ipocriti e falsi di questi – la loro carriera politica potrebbe finire. Potrebbe essere il caso della Boschi e di Alfano, già in difficoltà, e della presidentessa Boldrini rappresentante del niente. E’ il caso della Kyenge che prova a rientrare nel giro.
Mi viene persino il dubbio che c’è chi si aspettasse una situazione del genere. C’era di sicuro chi si aspettava che un qualsiasi balordo, anche senza collegamenti con la politica, assumesse un comportamento esecrabile a cui attribuire l'etichetta di "razzista". E magari darne la colpa al populismo di alcuni politici.
Buona parte dei politici italiani sono un concentrato di cinismo e di ipocrisia e sono capaci di tutto. E mentre tanta povera gente non dorme la notte, pensando che al risveglio dovrà inventarsi qualcosa per il pranzo e la cena della propria famiglia, i politici pensano a come guadagnare o conservare la poltrona, se non come ingannare qualcuno o come prevalere sull’altro.
L’episodio di Fermo è sconvolgente per tante ragioni. Ci fa capire che per qualsiasi questione, anche la più banale, la violenza può passare dinanzi al portone di casa di ciascuno di noi. L’episodio di Fermo, inoltre, ci svela che le nostre città diventano ogni giorno più insicure, perché si sta riducendo il livello medio di civiltà.
Ma di chi è la responsabilità di questo degrado civile, se non della classe dirigente del Paese?
L’accoglienza di chi ha bisogno è un atteggiamento apprezzabile. Tutto, però, ha un limite. L’ha anche l’amore, ad esempio, che oltre certi limiti diventa ossessione.
La sensazione di una situazione che diventa ogni giorno più incontrollabile è percettibile. Ma il comportamento di alcuni è ossessivo. Se ne è accorto qualche giorno fa persino Piero Fassino in un confronto interno al PD.
L’episodio di Fermo, invece d’essere meschinamente strumentalizzato, meriterebbe qualche seria riflessione, prima che il razzismo compaia davvero e che la situazione di alcune realtà deflagri e diventi senza soluzioni.
Non possono, però, essere la Boldrini o la Boschi, né Alfano e la Kyenge a riflettere seriamente. Non hanno la statura, né la giusta coscienza per farlo.
Il Giornale, nell’edizione di oggi, ci ricorda un episodio di due anni fa in cui un macellaio di Pontoglio (Provincia di Brescia), Pietro Raccagni, è stato assassinato da 4 immigrati clandestini albanesi. Un fatto gravissimo e capace di turbare la serenità di molti italiani, ma in quella occasione la moglie non ha avuto vicino lo Stato, ed al funerale del marito ha pianto confortata solo dal dolore di amici e parenti.
Lo Stato non si è fatto trovare vicino alla bara del macellaio di Pontoglio, colpito e ucciso bestialmente con una bottiglia, come se la vita di un italiano - colpito dalla violenza omicida di gente che viene da altre culture di cui spesso la cronaca ci racconta gli orrori - non contasse nulla.
Sono già intollerabili le discriminazioni, ma quelle ad opera dello Stato lo sono ancora di più.".
Sono d'accordo con Vito su ogni parola.
Sul caso di Emmanuel Chidi Namdi, il nigeriano morto a Fermo per una colluttazione con un cittadino italiano, è stato fatto un cordoglio ed è stato giusto ciò.
Sono venute alle esequie le figure istituzionali.
Purtroppo, non c'è stata la stessa attenzione per tanti dei nostri connazionali morti per mano di immigrati.
Noi rischiamo di trovarci di fronte ad un "razzismo al contrario".
Ergo, per un immigrato ucciso da un nostro connazionale si grida al "razzismo" e alla "xenofobia" , a prescindere dal fatto che il delitto sia stato fatto per motivi razziali o meno mentre per un nostro connazionale ucciso da un immigrato non si dice nulla.
Questo non va bene.
La vita di un nostro connazionale vale meno di quella di un immigrato?
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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