«La vostra pace scenderà su di lui»
Essere discepolo di Gesù non è un privilegio personale, ma un servizio per il regno di Dio. Gesù ci invia come missionari per «annunciare» che il regno di Dio è vicino. L’uomo d’oggi ha tante aspirazioni positive, ma poi commette tante cattiverie e produce strutture sociali ingiuste ed oppressive.
Il discepolo di Gesù annuncia che le contraddizioni più amare dell’esistenza saranno risolte, le aspirazioni più profonde dell’uomo saranno realizzate «per l’intervento gratuito di Dio». Ciò che all’uomo è impossibile, è possibile a Dio! È la forza della fede che annuncia la salvezza in un mondo dominato dalla logica del peccato. In un mondo di lupi, dominato dall’aggressività, la presenza del cristiano è condanna radicale della violenza. In un mondo in cui «l’uomo è il denaro che ha e gli abiti che porta», i discepoli di Gesù vanno vestiti da poveri, senza portafogli e bagagli, contenti dell’ospitalità che ricevono. La loro povertà ha un significato profetico, come anche la cura dei malati. Il messaggero della salvezza «è come un agnello in mezzo ai lupi»: non c’è missione senza persecuzione, senza sofferenza, senza croce. Ma la croce è la «gloria» del missionario e di ogni cristiano perché lo pone in una esistenza nuova. La croce «per il regno di Dio», accettata con amore, è il «segno» della vittoria cristiana sul male e sulla morte.
Il discepolo di Gesù annuncia che le contraddizioni più amare dell’esistenza saranno risolte, le aspirazioni più profonde dell’uomo saranno realizzate «per l’intervento gratuito di Dio». Ciò che all’uomo è impossibile, è possibile a Dio! È la forza della fede che annuncia la salvezza in un mondo dominato dalla logica del peccato. In un mondo di lupi, dominato dall’aggressività, la presenza del cristiano è condanna radicale della violenza. In un mondo in cui «l’uomo è il denaro che ha e gli abiti che porta», i discepoli di Gesù vanno vestiti da poveri, senza portafogli e bagagli, contenti dell’ospitalità che ricevono. La loro povertà ha un significato profetico, come anche la cura dei malati. Il messaggero della salvezza «è come un agnello in mezzo ai lupi»: non c’è missione senza persecuzione, senza sofferenza, senza croce. Ma la croce è la «gloria» del missionario e di ogni cristiano perché lo pone in una esistenza nuova. La croce «per il regno di Dio», accettata con amore, è il «segno» della vittoria cristiana sul male e sulla morte.
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