sul blog "Ribellione Nazionale", ho scritto un articolo intitolato "Papa Bonifacio VIII e Dante Alighieri".
In esso, io parlo della scontro che ci fu tra Papa Bonifacio VIII (al secolo Benedetto Caetani, 1230-1303, nell'immagine in alto) e Dante Alighieri (nella foto in basso 1265-1321).
Dante Alighieri fu contro quel Papa perché questi appoggiò i guelfi neri.
Infatti, a Firenze i guelfi erano divisi in guelfi neri e guelfi bianchi, i quali erano in guerra tra loro.
I guelfi neri erano i sostenevano il Papa senza volere dialogare con i ghibellini, quelli che sostenevano l'impero.
I guelfi bianchi erano i guelfi più "moderati" e pronti a dialogare con i ghibellini.
Dante Alighieri era un guelfo bianco.
Benedetto Caetani (che per l'appunto divenne Papa con il nome di Bonifacio VIII) parteggiò per i guelfi neri e contribuì a farli salire al potere nella sua città.
Per Dante, l'elezione al soglio di San Pietro di Benedetto Caetani fu viziata da simonia.
Nel 1302, i guelfi bianchi furono sconfitti da Carlo di Valois (che fu mandato a Firenze dal Papa, 1270-1325) e vennero cacciati da Firenze.
Dante fu condannato in contumacia al rogo ma egli era stato mandato a Roma dalla Repubblica di Firenze nell'ambasceria presso il Papa, il quale lo trattenne oltre la misura, quando a Firenze ci fu il primo subbuglio cittadino e Carlo di Valois intervenne.
Quindi, Dante non tornò più a Firenze e morì in esilio a Ravenna.
Ora, Dante Alighieri fu contro Papa Bonifacio VIII ma la sua fu un'ostilità politica.
Nel 1303, Papa Bonifacio VIII fu preso ad Anagni dagli sgherri del re di Francia Filippo IV (detto Filippo il Bello, 1268-1314).
Secondo la tradizione, il Papa sarebbe stato anche schiaffeggiato.
Dante, che fu esiliato per colpa di quel Papa che lui tanto detestava, non si schierò con il re di Francia ma condannò l'episodio.
Il poeta era pur sempre un cattolico fervente.
L'ostilità nei confronti di quel Papa fu solo politica.
Oggi, non c'è Papa Bonifacio VIII ma c'è Papa Francesco, un Papa che non proviene da Anagni (la città del suo famoso predecessore, in Provincia di Frosinone) ma dall'altra parte del mondo, l'Argentina.
Io non discuto Papa Francesco come capo della Chiesa, Vicario di Cristo.
A differenza di Dante (che mise in discussione anche il Conclave in cui fu eletto Papa Bonifacio VIII) e di Antonio Socci (che sostiene che Papa Francesco sia illegittimo) io non metto in discussione la legittimità dell'attuale Papa.
Socci deve dimostrare che Papa Francesco è illegittimo, portando prove vere.
Altrimenti, quello che egli dice è lana caprina.
Semmai, la mia critica a Papa Francesco è politica.
Io critico Papa Francesco quando dice che si debbono accogliere tutti gli immigrati.
Io ho criticato Papa Francesco quando ha deciso di riconoscere la Palestina.
Io critico Papa Francesco quando egli non tiene conto del fanatismo islamico.
Io critico Papa Francesco quando dice che il denaro è lo sterco del diavolo.
Il denaro in sé non è né buono né cattivo.
Semmai, è l'uomo a farne un buono o un cattivo uso.
Queste critiche delegittimano il Papa?
La risposta è no!
Tra l'altro, anche tanti cattolici (come me) sono disorientati di fronte a certe affermazioni di questo Papa.
Termino, dicendo che oggi c'è anche tanta ipocrisia.
Tanta gente che fino a qualche anno fa sputava veleno sulla Chiesa, oggi, da quando c'è un Papa come Francesco dice determinate cose, è diventata più papista del Papa stesso.
Se c'è una una cosa che odio è l'ipocrisia.
Se il successore di Papa Francesco fosse di orientamento diverso dal suo, questa gente che oggi si spella le mani nel fare tutti questi applausi ad ogni discorso del Papa argentino tornerebbe ad attaccare la Chiesa.
A coloro che mi attaccano per queste cose dico: "Studiate la storia!".
Cordiali saluti.
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