Cari amici ed amiche,
leggete l'editoriale scritto su "Panorama" dal direttore Giorgio Mulè e che è intitolato "Giustizia un pochino al chilo".
Dell'articolo è interessante questa parte:
"Ma quanto si erano divertiti giornali e televisioni con Vittorio Emanuele di Savoia! Fu una bisboccia editoriale fin da subito, da quando il comitato di accoglienza di telecamere e fotografi s’era schierato dall’una di notte davanti al carcere di Potenza. Lui era arrivato in Basilicata da Lecco dopo un viaggio di 13 ore poco prima che facesse alba e la scena fu piuttosto surreale: Sua Altezza stava stretto stretto sul sedile posteriore di una Punto argento con i giornali attaccati ai vetri. Era il giugno 2006.
Le accuse erano di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e al falso, associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione. Quattro giudici, tra Como e Roma, hanno assolto in altrettanti processi Vittorio Emanuele "perché il fatto non sussiste". Ora, dopo quasi dieci anni, lo Stato lo risarcirà con 40 mila euro per i giorni in cella da innocente. Ovviamente, come scrissero i cronisti, nel "corposo ordine di custodia cautelare" (sono sempre corposi gli ordini di arresto, fateci caso, mai anoressici) c’era qualche chilo abbondante di intercettazioni telefoniche. Decine di migliaia. Di ogni genere e tipo, piccanti al punto giusto. Sputtananti di sicuro.".
Ora, un giudice che sbaglia deve assumersi le responsabilità.
Un medico che sbaglia paga.
Un idraulico che sbaglia paga.
Un cuoco che serve u n cibo avariato al ristorante paga.
Perché un giudice che sbaglia non paga?
Quello che accadde nel 2006, quando il principe Vittorio Emanuele di Savoia (nella foto) fu arrestato per sfruttamento della prostituzione, in seguito all'indagine portata avanti dalla Procura di Potenza.
Dopo vari processi, il principe di casa Savoia venne prosciolto dalle accuse perché il fatto non sussistette.
Intanto, Vittorio Emanuele subì l'onta della gogna mediatica.
Oltre a ciò, ora lo Stato italiano dovrà risarcire il principe.
Un giudice che sbaglia non paga.
La nuova legge che pone il concetto di responsabilità civile dei magistrati è qualcosa ma è parziale poiché questa legge concede la possibilità di un cittadini danneggiato da una sentenza sbagliata di rivalersi solo in parte.
Un giudice che commette un errore nel fare una sentenza fa danni.
Infatti, una sentenza sbagliata può fare sì che un colpevole di un atto illecito resti impunito o che la vita di una persona innocente sia rovinata.
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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