Cari amici ed amiche,
leggete l'articolo della mia collaboratrice ed amica Stephanie Caracciolo Arriera Tamagno che è intitolato "Si chiama ITALIA ed è la mia patria".
Ringrazio Stephanie.
Stephanie è italiana ma vive all'estero, in Uruguay.
Io la apprezzo e stimo molto perché è una persona corretta, seria e pulita nell'esprimere le cose e ha delle idee che io condivido pienamente.
Ella è una cattolica conservatrice, filo-americana (con i repubblicani) e pro-life.
Ha delle idee che piacciono molto a me e a chi la pensa come me.
Per me è quasi una sorella.
Ella esprime delle cose che molti di noi abbiamo smesso di esprimere da molto tempo.
Ora, leggendo queste parole che Stephanie ha espresso, mi è venuto in mente di fare una riflessione.
Io ho iniziato a pormi questa domanda: che Italia vogliamo noi italiani?
Qui s'apre una piccola polemica con la "Gazzetta di Mantova", noto giornale della mia zona.
Nell'edizione di ieri, ho letto un articolo scritto da Diego Marani che è intitolato "La salvezza viene da un'Europa forte".
Dell'articolo, vorrei portare alla vostra attenzione questa parte:
"Ma se guardiamo la faccenda da vicino, ci accorgiamo che solo la Francia, nel pur secolarizzato Occidente, rispetta scrupolosamente questa distinzione tra Stato e Chiesa.
Gli Stati Uniti sono una società fortemente religiosa, che spesso presenta anche segni di integralismo, stavolta cristiano.
In molti Paesi ortodossi ancora oggi Chiesa e Stato si identificano nella costruzione identitaria nazionale, basti pensare alla Serbia e alla Grecia.
In molti apparentemente laici Stati nordici esiste una Chiesa di Stato, come ad esempio la Chiesa luterana in Finlandia.
Per non parlare dell'Italia, nuovo Stato Pontificio, dove il Papa appare in ogni telegiornale e spesso le posizioni della Conferenza episcopale su importanti temi di società nutrono il dibattito politico.
Non credo che in Italia l'umorismo di Charle Hebdo contro la Chiesa cattolica sarebbe rimasto impunito.".
Queste parole sono tipiche di un giornale di sinistra, qual è la "Gazzetta di Mantova".
Ora, in primo luogo, vorrei dire che i Paesi nordici che hanno le Chiese di Stato sono di fatto scristianizzati.
Cito come esempi la Svezia e la Finlandia.
In Svezia ci sono situazioni simili a quelle che ci sono in Francia.
In città come Malmo ci sono zone controllate di fatto dai musulmani.
Anche il Regno Unito vive situazioni analoghe.
Le Chiese di Stato locali sono politicamente irrilevanti.
La Chiesa anglicana vive uno stato di crisi (dovuto a certe scelte, come quelli di ordinare al sacerdozio e all'episcopato donne ed omosessuali) tanto che molti anglicani passano al cattolicesimo.
In secondo luogo, qui in Italia l'umorismo della rivista "Charlie Hebdo" non sarebbe piaciuto ma nessun cristiano avrebbe ucciso quelli della sua redazione.
Inoltre, proprio nella laica (anzi laicista) Francia (di cui l'autore dell'articolo ha tessuto un mare di lodi) ci sono problemi con le comunità islamiche.
I fatti eclatanti della rivista "Charlie Hebdo" e quelli immediatamente successivi ad essi altro non sono stati che gli ultimi di una serie di situazioni gravi che si sono verificati prima.
Pensiamo a quello che accadde nelle banlieues nel 2005 o a fatti assai più recenti, come gli attacchi alle comunità ebraiche di Parigi o a quanto accaduto il 21 dicembre scorso, quando un automobilista ha investito dei pedoni a Digione, urlando "Allahu Akbar!".
Tutto questo è accaduto nella "laica Francia".
Io, quando penso alla Francia, penso anche a Carlo Magno, a San Luigi IX re, a Santa Giovanna d'Arco e a San Giovanni Maria Vianney (il Santo curato d'Ars), un personaggio che veniva spesso citato dall'ex-parroco di Roncoferraro (oggi parroco di Moglia) don Alberto Ferrari.
Quando penso alla Francia penso anche all'Appello di Clermont fatto da Papa Urbano II il 27 novembre 1095, per bandire le Crociate.
Ricordo che le Crociate furono fatte per via della minaccia islamica che si palesò in seguito alla vittoria dei Turchi a Manzicerta, una vittoria turca che si verificò nel 1071, quando i Turchi di Alp Arslan sconfissero i bizantini dell'imperatore Romano IV, presero Gerusalemme e minacciarono direttamente l'Europa.
La storia della Francia non iniziò certo il 14 luglio 1789.
La Francia è l'esempio di com'è arretrato l'Occidente sul piano culturale.
Qui in Italia c'è ancora chi dice che la Francia è un esempio da imitare.
Sì, la Francia è un esempio...in negativo.
Qui in Italia ci sono coloro che vogliono imitarla.
Per esempio, in varie scuole non si fanno più costruire i presepi, per "non offendere chi non è cristiano".
In varie scuole non si fanno cantare le canzoni di Natale, sempre per "non offendere chi non è cristiano"
Nelle scuole si tolgono i crocifissi, sempre per "non offendere chi non è cristiano".
C'è chi vuole che non si insegni più la "Divina Commedia" di Dante Alighieri, l'opera simbolo della nostra cultura, perché ritenuta "islamofoba".
Dove vogliamo andare in queste condizioni?
Come ha detto ieri l'onorevole Giorgia Meloni (Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale), durante la trasmissione televisiva "Quinta Colonna" , questi atteggiamenti sono interpretati dai fanatici come un segno della nostra debolezza.
L'Italia è l'Altare della Patria, piuttosto che l'Ossario di Solferino o il Sacrario di Redipuglia, ma è anche la Basilica di San Giovanni in Laterano (non nomino il Vaticano, poiché quest'ultimo è uno Stato a sé), la Torre di Pisa o la Basilica di Sant'Andrea a Mantova oppure la cattedrale di Santa Rosalia a Palermo.
L'Italia è il Tricolore piuttosto che la Croce cristiana.
L'Italia è San Tommaso d'Aquino, Jacopone da Todi e Dante Alighieri piuttosto che Virgilio, Gabriele d'Annunzio e Salvatore Quasimodo.
Ricordiamoci ciò.
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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