Cari amici ed amiche,
leggete l'articolo del sito del Primo Ministro del Canada Stephen Harper che è intitolato "PM announces new infrastructure investments across Canada".
Il Primo Ministro canadese Stephen Harper ha annunciato investimenti in infrastrutture, come ponti, autostrade, strutture fognanti, acquedotti ed altro.
Egli ha fatto una cosa logica.
In un Paese si investe se ci sono le infrastrutture buone.
Le buone infrastrutture fanno sì che ci siano i commerci più veloci.
Inoltre, le infrastrutture creano lavoro (mentre si realizzano) e indotti (quando sono finite).
Non a caso, molti impianti industriali si trovano vicino ad infrastrutture, come le autostrade.
Che piaccia o no, lo sviluppo passa attraverso le infrastrutture.
Quello che Harper sta facendo è dettato dalla logica.
Qui in Italia, invece, tutto è illogico.
Ci sono piccoli comitati di paese che bloccano le infrastrutture e pezzi delle istituzioni simpatizzano per loro.
Basti vedere i casi del tratto della ferrovia ad alta velocità Lione-Torino, del tratto della stessa che è compreso tra Brescia e Verona (che lambisce anche la Provincia di Mantova) o del ponte sullo Stretto di Messina.
Si tende a fare prevalere l'interesse locale su quello nazionale.
Questo è fattore di arretratezza.
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
Il mio libro
Il mio libro
Il mio libro
Il mio libro
Il mio libro
Il mio libro
Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
Il mio libro
Il mio libro
Il mio libro
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Translate
Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
Peccato che il Canada non è cementificato come l'Italia e che ci sia una cultura ambientale che il nostro sistema nemmeno sfiora. In quel paese ben vengano le grandi opere: se lo può permettere. I disastri del territorio ligure le dicono nulla?
RispondiEliminaFacciamo così: non facciamo nulla!
RispondiEliminaNon facciamo le infrastrutture e ci teniamo i pascoli erbosi!
Poi, dopo sfido chiunque a campare!
Il disastro ligure dice solo che bisogna stare attenti a trattare il territorio.
Però, non si possono non fare le grandi opere ed il disastro ligure non deve essere un pretesto per bloccare tutto.
Le opere vanno fatte, se non vogliamo restare indietro.
L'Italia non può più permetterselo poiché, con la classe politica e amministrativa che ci ritroviamo, ogni grande opera significa devastare il territorio. Infatti in Canada si fanno grandi opere per l'interesse pubblico che guida la progettazione fino all'esecuzione, qui invece solo per arricchire i soliti noti facendo sparire l'interesse generale. Si procede e si è proceduto infatti sistematicamente alla devastazione del territorio. Quando la classe politica cambierà verso allora si potrà riprendere a costruire, oggi è deleterio per lo stesso sviluppo dato che significa sperperare risorse finanziarie per opere progettate la cui utilità è tutta da verificare. Purtroppo è così e la colpa non è certa mia.
RispondiEliminaCi sono poi opere 'minori' molto più importanti. Basti pensare al ponte sullo stretto: si voleva costruire una opera così grande in un territorio sprovvisto di strade, autostrade e ferrovie. Se non era una opera 'pilotata' quella...era un po come sostenere una famiglia povera con vacanza in un hotel a 5* pur non avendo nemmeno i soldi per far fronte alle minime esigenze quotidiane. Gli si dia prima il pane e poi ben venga la vacanza a 5*, no?
Inoltre c'è una parte del paese (il sud) che non può che vivere di turismo e agricoltura, pertanto non ha bisogno di grandi opere ma di opere 'grandiose' che davvero possano farla sviluppare. Il riferimento è ovviamente ancora una volta a strade, autostrade e ferrovie. Non sono infrastrutture queste o che? Pensi alla Calabria: secondo lei, una regione bagnata dal mare e baciata dal sole, avrebbe più bisogno di strade e ferrovie che ne potenzino la fruibilità turistica e agricola oppure del ponte? Lei mi dirà entrambi. Certo, ma soprattutto in un periodo di crisi con scarsità di risorse da reperire, entra in gioco un giudizio di priorità. Se tutto non si può fare, occorre scegliere ciò che è più urgente e realmente fattore di sviluppo per il territorio. Ma lei poi crede davvero che con quel disastro stradale e autostradale i tir, in presenza del ponte, non avrebbero continuato a preferire gli spostamenti in nave? Ma lei, viene da chiederle, c'è mai stato in Calabria?
RispondiEliminaLe infrastrutture si debbono fare!
RispondiEliminaSu questo non si media!
Da che mondo e mondo, una civiltà si sviluppa su opere pubbliche importanti.
Certo, si deve tenere conto di ogni criticità.
Però, le infrastrutture vanno fatte.
Io di vivere nel Terzo Mondo non ho voglia.
Sono infrastrutture anche strade, autostrade e ferrovie. Se non ci sono quelle è inutile costruire cattedrali nel deserto. Inoltre l'Italia, oltre a strade, autostrade e ferrovie, ha urgente bisogno di destinare ingentissime risorse al recupero del territorio (si pensi alla liguria, da un lato, e alla terra dei fuochi dall'altro). Come vede le priorità sono queste e se si progettano opere mastodontiche significa non perseguire quelle priorità. Infatti i soldi sono pochi e tutto in una volta non si può fare: non siamo mica il Canada, appunto.
RispondiEliminaSe non comprende il concetto di priorità allora lasciamo perdere la discussione, io mi fermo qui. Anzi ho già deciso: mi fermo qui.
Lei è un muro.
Che le autostrade e ferrovie siano opere pubbliche è ovvio.
RispondiEliminaIl recupero del territorio e la riduzione dell'impatto ambientale fa parte della realizzazione delle infrastrutture.
Ricordo che le nuove tecnologie aiutano in ciò.
Addio!
Appunto, sono opere pubbliche quindi nessuno è contrario alle opere pubbliche. Ma se i soldi sono pochi occorre iniziare da quelle prioritarie, perché senza le fondamenta della casa è inutile costruire i piani superiori...a meno di non gettare, come è stato puntualmente fatto, risorse pubbliche.
RispondiEliminaIl concetto di priorità implica scelte, non un sì o un no netto e a prescindere come dice lei. Alla Calabria e alla sicilia, ad esempio, prima ancora del ponte, servono strade, autostrade e ferrovie. Poi e solo poi si potrà pure parlare del ponte. Ma prima è un'idiozia e quindi solo una scusa per mastodontici sprechi di risorse. Se i soldi sono quelli occorre scegliere: si parte dall'inizio non dalla fine. Le pare così assurdo ciò che dico?
Inoltre prima di costruire e ridurre l'impatto ambientale c'è anche da recuperare (e viene in Italia PRIMA DI TUTTO) il territorio già devastato. I soldi sono limitati e tutto non si può fare. Questa è la scaletta:
RispondiElimina1-recupero del territorio (ci vogliono miliardi e miliardi di euro).
2-strade autostrade ferrovie.
3-grandi opere (ci restano zero euro: purtroppo non siamo il canada, avendo avuto negli ultimi 20 anni politici ben diversi da quelli canadesi).
Lei aveva scritto che non avrebbe più commentato.
RispondiEliminaEvidentemente, non lei non ha mantenuto la parola.
Che piaccia o no, anche le "opere mastodontiche" vanno fatte.
Per esempio, se non si facesse il ponte sullo Stretto di Messina, l'ammodernamento dell'Autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria sarebbe inutile perché la Sicilia non avrebbe alcun beneficio da ciò.
Il recupero del territorio può essere fatto ad opera finita.
Per la realizzazione delle grandi opere esiste un iter burocratico in cui vi è anche la conferenza dei servizi.
Qui i vari stakeholders portano le loro questioni e insieme all'ente che fa l'infrastruttura si trova una soluzione consona per esse.
Sui soldi, basterebbe tagliare molti sprechi e togliere certi privilegi, cominciando da quelli di cui godono le cooperative.