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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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martedì 5 giugno 2012

Riforme? Solo con chi ci starà-commento all'articolo di Giuseppe Sagliocco

Cari amici ed amiche.

Sul suo blog, l'amico Giuseppe Sagliocco ha scritto questo articolo:

"Deformare la realtà a proprio vantaggio è un classico della sinistra. Lo sappiamo, basterebbe non farci caso. Il dramma è che a prendere sul serio le panzane e le minacce dei quotidiani di sinistra sono soprattutto i leader del centrodestra, vittime inguaribili di un complesso di inferiorità culturale per cui se non esisti su quei giornali non esisti in assoluto.


Così, come poveri allocchi, vengono usati per seminare zizzania in campo avversario e poi al momento giusto accoltellati. Per mesi, quando si trattava di indebolire Berlusconi, Formigoni era trattato dai suoi attuali carnefici di Repubblica come una musa ispiratrice, quel genio di Cicchitto adesso va a braccetto con quelli de Il Fatto, che nella migliore delle ipotesi lo considerano un piduista e che alla prima occasione gli faranno ovviamente un servizietto barba e capelli. I nostri eroi vanno oltre.



Il Pdl andrà avanti col presidenzialismo anche senza i democrat. Un modo per stanarli sulla modifica del Porcellum.


Non è un bluff, e infatti il Pdl continua a rilanciare con forza il presidenzialismo e a tessere la tela di una proposta di riforma sulla quale vuole a tutti i costi ottenere un voto e un’espressione del Parlamento.
«Avanti tutta sul presidenzialismo. Bisogna andare fino in fondo. Chi ci sta, ci sta». È questa la linea tracciata.


L’intenzione è fare un investimento vero sulla grande riforma costituzionale per riportare la barra dalla parte della democrazia diretta e del cittadino. «La legge elettorale a doppio turno proposta dal Pd» spiega Alfano «da sola non è in grado di garantire un esecutivo stabile e una maggioranza scongiurando il rischio della frammentazione. Solo l’abbinamento all’elezione diretta del presidente della Repubblica garantisce un esito certamente bipolare e insieme la certezza di non produrre, in nessun caso, il blocco delle istituzioni».


Un voto, dunque, per fotografare le intenzioni dei partiti e far uscire allo scoperto la reale volontà di mettere mano al Porcellum. E se il Pd dovesse dire no, allora massimo sforzo per ottenerne una «approvazione simbolica» con la maggioranza uscita dalle urne. Insieme con la Lega, quindi, e se possibile con l’Udc. Se poi il Parlamento dovesse respingere la proposta, allora la subordinata per recuperare il massimo rapporto con l’elettorato potrebbe essere il sistema attuale con collegi più piccoli o magari la reintroduzione delle preferenze. I segnali, più o meno tattici, lanciati al Pd, continuano.


Il Pd ribadisce che «non ci sono tabù» ma resta nel vago. Il Pdl promette battaglia. Presidenzialismo a parte, al Senato sono in corso le votazioni con l’accordo «ABC» che, per ora, prevede la diminuzione dei parlamentari. E settimana scorsa è stato abbreviato l’iter di approvazione delle leggi, rendendolo possibile con una sola lettura parlamentare.


Insomma, sul tavolo della politica c'è la riforma proposta dal Pdl che potrebbe cambiare il corso del Paese, ma i giornali preferiscono occuparsi d'altro…
".

Giuseppe ha perfettamente ragione.
Il nostro Paese va riformato da cima a fondo.
Come Giuseppe, anch'io penso che troppo spesso il centrodestra senta un complesso di inferiorità verso il centrosinistra.
Lo deve superare,  mettendosi in testa il fatto che proprio questo centrosinistra (con il suo conservatorismo smodato di un contesto che l'ha sempre privilegiato) sia una delle cause di questa situazione.
Con i suoi veti verso provvedimenti giusti (come l'abolizione dei privilegi fiscali verso le cooperative) e verso le riforme più radicali ma necessarie (come il presidenzialismo ed il federalismo) il centrosinistra ha mantenuto questo Paese nel più totale immobilismo.
Appena il governo del presidente Berlusconi toccava il mercato del lavoro, subito arrivavano i sindacati a protestare.
Appena il governo del presidente Berlusconi parlava di riforma in senso federale dello Stato, la sinistra mobilitava i suoi senatori (come Oscar Luigi Scalfaro) per fare in modo che essa non passasse.
La colpa di questo empasse è di questo centrosinistra.
Noi del centrodestra dobbiamo metterci in testa ciò e dare battaglia (in senso politico, ovviamente) per cambiare questo Paese.
Il centrosinistra non è maggioranza nel nostro Paese.
Sa fare confusione (perché i suoi elettori sono molto più militarizzati) ma è una minoranza.
Noi dobbiamo fare in modo che questa minoranza non si atteggi più a maggioranza.
Il Popolo della Libertà deve fare le riforme con chi ci sta.
Di certo, esso dovrà operare con la Lega Nord.
Riguardo all'Unione di Centro, tutto dipenderà dall'atteggiamento di quest'ultima.
Fino ad ora, il partito di Pier Ferdinando Casini è sempre stato ambiguo nelle sue posizioni.
Quindi, starei bene attento.
Cordiali saluti.


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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.