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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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lunedì 4 giugno 2012

Dal blog "Campari e De Maistre: "Non puoi essere etero. Lo dice lo Stato".

Cari amici ed amiche.

Leggete questo testo che ho preso dal blog "Campari e De Maistre" e che intitolato "Non puoi essere etero. Lo dice lo Stato":

"I campioni del “volemose bene” e del “ciascuno è libero di fare ciò che vuole” sono serviti: è al vaglio del Senato della California un disegno di legge che vieta alle persone omosessuali ego distoniche di accedere alle cure tese a correggerne l’orientamento sessuale. In pratica, se la norma verrà approvata i minori non potranno, neppure se lo desiderano, sottoporsi alle terapie “riparative” (inventate dal famoso psichiatra Joseph Nicolosi), mentre l’adulto che volesse avanzare una tale richiesta sarà costretto a presentare un consenso informato dove si afferma che “la terapia riparativa è sicuramente inefficace, se non pericolosa”. A presentare questo bello e soprattutto democratico disegnuccio di legge è stato il senatore Ted Lieu, appoggiato dall’Associazione Equality California, un gruppo di attivisti gay di San Francisco. L’unica terapia possibile per le persone omosessuali che vivono un disagio legato alla propria condizione sarà, a quel punto, quella “affermativa”, ossia quella che mira a fargli accettare, volente o nolente, il proprio orientamento sessuale.
In America, ad opporsi a questa norma sono anche coloro che si battono per l’autodeterminazione assoluta della persona. In effetti, essa si presenta come una incredibile ingerenza, degna di uno Stato totalitario (e qui non possono non venire alla mente le parole profetiche del beato Giovanni Paolo II che definì gli attuali Stati dei totalitarismi democratici), nella vita privata del paziente, di fatto obbligato ad accettare anche controvoglia la propria condizione.
Ciò che colpisce, ma non stupisce, è che dietro questa proposta di legge vi siano i fautori dei diritti per tutti, i paladini della non discriminazione, i gay appunto. Ma la contraddizione è solo apparente: il punto è stabilire se una condotta umana è buona o cattiva, lecita o illecita. Nel momento in cui si decide che essa è buona e lecita è logico e necessario agire di conseguenza incentivandola. Al contrario, se un comportamento è ritenuto cattivo e illecito si tenterà di reprimerlo (o quantomeno di racchiuderlo entro i confini della sfera privata) al fine di preservare la popolazione dal pericolo di una sua diffusione. La via di mezzo, ossia l’illusione di una pacifica convivenza tra due opposti sistemi di valori, non è logicamente possibile e prima o poi i nodi vengono al pettine. Ora, sono anni che nella nostra cultura si esalta il comportamento omosessuale e si decantano i gay come persone speciali, particolarmente intelligenti e sensibili: il mito del genio o dell’artista omosessuale al di là delle convenzioni sociali e superiore all’uomo medio è stato creato ad arte per traviare le menti di ragazzi e ragazze inevitabilmente attratti dai falsi modelli di libertà conditi in salsa politically correct. Gli Stati moderni hanno pedissequamente seguito il modello culturale egemone dapprima cancellando l’omosessualità dal Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, poi favorendo in ogni modo le unioni contro natura e perseguitando, anche penalmente, chi ad asse si oppone.
Il risultato? Se prima l’omosessualità era considerata - a torto o a ragione - una malattia, ora i malati da curare sono gli eterosessuali e con loro gli omosessuali che desiderano riappropriarsi della propria mascolinità. Il processo rivoluzionario non ha eliminato le disuguaglianze, semplicemente le ha invertite di segno.
".

Non ho nulla di personale contro gli omosessuali ma ritengo che certe cose non possano essere taciute.
Io penso che certe decisioni prese da certi governi siano lesive sotto tutti i punti di vista.
Mi riferisco, per esempio, alla decisione del governo scozzese di abolire i termini "papà" e "mamma", come alle decisioni prese in California e di cui parla l'articolo qui sopra.
In pratica, uno Stato vuole imporre ad un privato cittadino i termini con cui chiamare un proprio congiunto, per "non offendere" una minoranza, per l'appunto gli omosessuali.
Questa non è democrazia ma è una dittatura vera e propria.
In pratica, lo Stato vieta ad una persona di chiamare i propri genitori "padre" e "madre", eliminando queste denominazioni dai codici civili, perché una minoranza potrebbe non essere d'accordo.
In una sana democrazia conta la maggioranza.
Certo, i diritti delle minoranze vanno rispettati, come va rispettata la loro dignità.
Ma non si può imporre il loro pensiero sulla maggioranza.
Quanto sta succedendo altro non è che un danno alla democrazia.
In pratica, "per non offendere i gay", lo Stato espunge le diciture "padre",  "madre", "marito" e "moglie", negando (di fatto) il riconoscimento giuridico della famiglia.
Ciò è folle!
Questo è il degrado della società.
Cordiali saluti. 

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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.