Leggete l'articolo che ho scritto su "Italia chiama Italia", il cui titolo è "Casini a sinistra? Serve una riflessione!".
Vi invito anche a leggere questo brano del libro del professor Plinio Correa de Oliveira "Rivoluzione e Controrivoluzione" :
"Frutto e prova di questo declino: la III Rivoluzione si trasforma in rivoluzione sorridente
La prova più evidente che la III Rivoluzione sta perdendo, negli ultimi venti o trent'anni, la sua
capacità di creare e guidare l'odio rivoluzionario, è costituita dalla metamorfosi che si è imposta. Al
tempo del disgelo post-staliniano, la III Rivoluzione ha assunto una maschera sorridente, ha finto di
cambiare mentalità e temperamento, e si è aperta a ogni sorta di collaborazione con gli avversari
che prima tentava di schiacciare con la violenza.
In campo internazionale, la Rivoluzione è così passata successivamente dalla guerra fredda alla
coesistenza pacifica, poi alla "caduta delle barriere ideologiche", e infine alla aperta collaborazione
con le potenze capitaliste, chiamata, nel linguaggio propagandistico, Ostpolitik o détente.
All'interno dei diversi paesi occidentali, la "politica della mano tesa", che, nell'era di Stalin, era stata
un semplice artificio per sedurre piccole minoranze cattoliche di sinistra, si è trasformata in una
autentica "distensione" tra comunisti e filo-capitalisti, mezzo ideale usato dai rossi per instaurare
rapporti cordiali e avvicinamenti ingannevoli con tutti i loro avversari, sia in campo spirituale, sia in
quello temporale. Ne è derivata una serie di tattiche "amichevoli", come quella dei compagni di
strada, dell'eurocomunismo legalitario, affabile e prevenuto contro Mosca, del compromesso
storico, ecc.
Come abbiamo già detto, tutti questi stratagemmi sono vantaggiosi per la III Rivoluzione. Ma tali
vantaggi sono lenti, graduali e la loro fruttificazione è subordinata a mille fattori variabili.
All'apice del suo potere, la III Rivoluzione ha smesso di minacciare e di aggredire, e ha cominciato
a sorridere e a chiedere. Ha smesso di avanzare a passo cadenzato e con stivali da cosacco, per
progredire lentamente, con passo discreto. Ha abbandonato la via diretta -- sempre la più breve -- e
procede a zigzag, nel corso del quale non mancano incertezze.
Che enorme trasformazione in vent'anni!".
Con la sua ultima esternazione, il leader dell'Unione di Centro Pier Ferdinando Casini ha gettato la maschera.
A parole, Casini è stato "equidistante".
Nei fatti, egli si è spostato a sinistra.
I suoi continui "ammiccamenti" al Partito Democratico lo dimostrano.
Il ruolo del centrismo è quello di portare a sinistra forze politiche che di sinistra non sono.
Forse, questo è uno dei mali del Popolo della Libertà.
L'esempio è qui da me, nel mio Comune, Roncoferraro, in Provincia.
Ad oggi, il PdL ha un gruppo consiliare in Comune che politicamente si è avvicinato molto alla sinistra, entrando in conflitto con la base, il resto del partito ed il resto della coalizione di centrodestra.
Anche questo è centrismo.
Il Popolo della Libertà si deve liberare da questo virus e deve tornare ad essere un partito di centrodestra, schierandosi apertamente per la sussidiarietà, per il federalismo e per le altre riforme costituzionali, per il taglio dei costi della politica, a favore dell'ammodernamento delle infrastrutture, con Israele e quell'Occidente ancora libero, per la difesa del diritto di proprietà privata, contro la burocrazia, contro la tecnocrazia, a favore della difesa della famiglia e della sacralità della vita, senza ambiguità e compromessi.
Andando dietro a Casini (con l'appoggio a Monti), il Popolo della Libertà ha perso consensi.
Ai cittadini non piacciono le ambiguità.
Oltretutto, il governo Monti non ha migliorato la situazione.
Lo spread Btp-Bund è ancora oltre i 400 punti.
Il debito pubblico è ancora alto.
Le aziende chiudono.
Manca il lavoro (io ne so qualcosa) e le famiglie non arrivano a fine mese.
Quindi, il PdL ha perso con l'appoggio a Monti.
Ha fatto tutto questo per avvicinare l'Unione di Centro ma quest'ultima ha preferito il Partito Democratico.
A Casini, vorrei dire una cosa.
Non è populismo dire che così com'è l'Euro non vada bene.
Infatti, stando a quello che dicono Casini e Bersani anche gli Inglesi sono populisti, perché non hanno l'Euro e non lo vogliono.
Io credo che ci sia molto da dire.
Cordiali saluti.
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