Cari amici ed amiche.
Ieri mi è arrivata un'e-mail con una lettera che l'onorevole Massimo Enrico Corsaro (Popolo della Libertà) aveva inviato al giornalista Marcello Veneziani che aveva lanciato un appello sul "Secolo d'Italia" (che potete leggere facendo un click qui).
Il testo della lettera è il seguente:
"Caro Veneziani, non chiudiamoci a riccio: sarebbe un grosso errore
Un nostro comune amico lo definiva “il rifiuto del compromesso sistematico”, e quello era un uomo che sapeva emozionare. D’altra parte, una vita non merita di essere vissuta se non è il susseguirsi di emozioni. Lì dobbiamo tornare, a partire dalla nobiltà della Politica. E sono convinto, soprattutto, che questo possa essere realizzato senza ricorrere a toni sbraitanti, senza cadere nello stereotipo del-della populista che schiuma rabbia in televisione e che ha letto poco più dell’Intrepido e del Corriere dello Sport, che pensa che Pound sia la frazione di una sterlina e Gentile un terzino della Nazionale. Tutto ciò, condivido la tua analisi, passa per una necessaria ricostruzione. Ma se è vero che il tempo di Berlusconi e di quell’altro (che non cito per il fastidio che mi provoca pensare alle sue colpe) è passato, rifiuto di credere che il nuovo corso debba o possa essere circoscritto a chi ha fatto il cursus honorum nella destra. Ci sono tanti amici, che magari mai hanno pensato di collocarsi nella nostra area, che sono certo condividano sentimenti, programmi e priorità. Molte analisi sociali di Sacconi, programmi economici di Crosetto, sensibilità popolari di Fitto e potrei citarne a decine stanno bene con noi, e noi con loro.
Il vero tema non è rifare la destra, tornando di fatto ad isolarla nell’ignoranza di una comunicazione egemonizzante che non ha mai provato a capirla. La scommessa per tutti è accettare che un ciclo si è chiuso, e che nessuna cosmesi superficiale restituirà agli italiani il diritto di sognare.".
Prima di incominciare a commentare, voglio esprimere la mia solidarietà al dottor Gilberto Sogliani (esponente del Popolo della Libertà qui in Provincia di Mantova) che ieri è stato rapinato mentre era a Milano.
Commento, rifacendomi a quanto detto dal Presidente del Senato, Renato Schifani, che ha detto che il Popolo della Libertà deve scegliere tra Beppe Grillo e Mario Monti.
Io penso che non debba scegliere tra nessuno dei due.
Beppe Grillo rappresenta la peggiore specie del populismo.
Mario Monti rappresenta la tecnocrazia.
Tutti e due sono antipolitica.
Io penso che il Popolo della Libertà debba tornare a fare la politica secondo i suoi valori e quello che si è sempre proposto di fare.
Il PdL è il partito che difende il diritto di proprietà e la sussidiarietà e la riforma presidenziale ed il federalismo.
Il partito deve ricominciare a parlare di queste cose.
Il partito ricominci a parlare di taglio delle tasse, riduzione della burocrazia e di riforma presidenzialista e federalista. e metta al centro la questione dei giovani e della loro disoccupazione, tema che riguarda anche me.
Inoltre, il partito deve radicarsi sul territorio e, possibilmente, allontanare chi sul territorio non ha operato bene.
Per esempio, qui a Roncoferraro, in Provincia di Mantova, il gruppo del PdL in Consiglio comunale non sta operando bene.
Anzi, spesso e volentieri vota con la maggioranza di centrosinistra, anche i provvedimenti che contrastano con la linea ed i valori del centrodestra e del Popolo della Libertà, come la questione dell'IMU.
Vi consiglio di dare un'occhiata al verbale della riunione del Consiglio comunale che si è tenuta il 4 giugno scorso.
Qui a Roncoferraro, il partito è diventato impopolare.
Quindi, il PdL si deve radicare sul territorio e deve tornare a parlare con il proprio elettorato e di prendere, se è necessario, anche il consenso degli elettori di altri partiti moderati, come l'Unione di Centro.
Il PdL deve ritrovare la sua identità.
Cordiali saluti.
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