Ora, a parte la rimozione dell'acqua santa dalle porte, l'invito a non scambiarsi il Segno di pace, la Comunione distribuita sul palmo di della mano, la sospensione delle attività pastorali, il dovere mantenere locali delle parrocchie puliti e in igiene, sembra che nella diocesi viterbese almeno le messe si celebrino.
Qui in Lombardia, invece, non si celebrano neppure le messe.
Ora, io ho molte perplessità riguardo alla questione.
Ci si può ammalare di polmonite da Coronavirus qui in Lombardia, come nel Lazio o in Sicilia.
Eppure, qui in Lombardia, le messe non si celebrano mentre nel Lazio sì, pur con tutte le limitazioni.
Questo non si capisce.
Manca omogeneità.
Forse, il Papa farebbe bene a dire la sua a riguardo.
Se io volessi presenziare ad una messa, dovrei andare a Bologna, dove almeno le messe festive si celebrano?
Inoltre, si sospendono le messe ma (per esempio) si tengono aperti i supermercati ed i bar, anche di domenica.
Il virus può girare in un supermercato o al bar come in chiesa.
Certamente, qui c'è in gioco la nostra identità come civiltà.
Quando si debbono cambiare le proprie abitudini si rischia sempre di perdere la propria identità.
Questo non è mai un buon segno.
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