"Quanti sono davvero i morti in Cina? La scrittrice cinese esule in Australia Jennifer Zeng e analisti cinesi, studiando le urne appena distribuite a Wuhan e la quarantena imposta non solo a quella città di 11 milioni ma ai 60 milioni chiusi da Pechino dall’inizio della pandemia, forniscono queste cifre ben lontane dai 3.298 del regime:
59.000 morti a Wuhan
96.000 morti in tutta la Cina
1.2 milioni di infettati in tutto il paese
Questa mattina il Washington Post ha scritto in un editoriale: “Sappiamo tutti che il virus è iniziato a Wuhan. Le autorità cinesi hanno avvisato il mondo? No. Il Partito comunista non si è preoccupato neanche dopo aver realizzato di avere un'epidemia tra le mani. Ha tenuto lontano esperti e giornalisti. E paghiamo un prezzo catastrofico”.
Per questo dobbiamo continuare a cercare la verità sulla Chernobyl cinese".
Non si può non concordare con codeste parole.
I numeri propinati dal regime cinese non sono credibili.
Non è possibile che i morti cinesi siano così pochi, tenendo conto anche del fatto che all'inizio l'epidemia sia stata tenuta nascosta a tutti dal regime cinese.
Il virus è partito da Wuhan ma poi si è sicuramente diffuso anche in altre zone della Cina.
Non è credibile la notizia secondo la quale un virus del genere sarebbe rimasto confinato nella zona di Wuhan.
Inoltre, sempre secondo quanto riportato da Giulio Meotti, a Wuhan, si stanno distribuendo 45.000 urne per le ceneri dei defunti.
Però, secondo le cifre "ufficiali", i morti sarebbero solo 3.298.
Qualcosa non torna.
Dunque, il regime comunista cinese ci vuole propinare la storiella del governo comunista efficiente che cura i cittadini.
In realtà, ciò è solo un grandissimo imbroglio.
Il regime cinese è e resterà un regime liberticida e capace solo di propinare menzogne.
I fatti lo dimostrano.
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