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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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martedì 10 marzo 2020

Cina e governo italiano, le responsabilità riguardo al Coronavirus

Sul "Corriere Jonico", ho trovato un articolo intitolato "Coronavirus: le Colpe del Governo e le Omissioni della Cina".
Se oggi noi ci troviamo in questa pessima situazione dovuta al Coronavirus, la colpa è di due soggetti: la Cina ed il governo italiano.
La Cina ha fatto delle gravi omissioni.
Riporto questo stralcio dell'articolo:

"Una scelta da mettere in conto alla sinistra italiana, che in parlamento, in piazza, sui social e sui giornaloni "allora si batteva contro il 'razzismo' con l'iniziativa 'abbraccia un cinese' e mangiando involtini primavera ai ristoranti cinesi..". Quanto fosse miope e fuori fuoco quella campagna, aggiungiamo noi, è venuto purtroppo alla luce molto presto: avete visto per caso qualcuno, dalle parti del Pd e LeU, chiedere cene sociali a Codogno o abbracciare un abitante della zona rossa italiana? La risposta è semplice: no.



Questo per quanto riguarda le colpe dei nostri politici, della nostra sinistra, poi c'è da riflettere abbastanza sulle gravi omissioni della Cina del timoniere Xi Jimping. Altro che scuse dovremmo chiedere i danni, scrive il quotidiano online “L'Atlantico”. «Non bisogna dimenticare, quindi, oltre ai gravi errori del nostro governo, che la diffusione del coronavirus si deve ad una catena di omissioni, silenzi e ritardi che viene da lontano, da molto lontano». (Federico Punzi,“Coronavirus in Europa già da gennaio: altro che scuse, a Xi dovremmo chiedere i danni”, 2.3.2020, L'Atlantico)



Punzi chiama in causa il governo cinese e la stessa Oms. Nell'articolo si fa riferimento ad alcune testimonianze di medici, esperti impegnati nell'indagine epidemiologica come la dottoressa Francesca Russo, o dell'infettivologo Massimo Galli, primario dell’Ospedale Sacco di Milano, che in una intervista, spiega che “tanti quadri clinici gravi e tutti assieme fanno pensare che l’infezione abbia iniziato a diffondersi nella cosiddetta zona rossa da abbastanza tempo”, forse prima che fossero bloccati i voli dalla Cina. “È verosimile che i ricoverati negli ultimi giorni si siano contagiati da due a quattro settimane fa”. Anche perché, a leggere le anamnesi, osserva Galli, “mi sembra che assomigli alla SARS, anche nelle modalità di decorso, con le manifestazioni più impegnative che in molti casi compaiono 7-10 o più giorni dai primi sintomi”.



Anche Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità, ha osservato ieri, durante il punto stampa alla Protezione civile, che i primi casi positivi risalgono“all’inizio di febbraio, ma l’infezione già circolava in Italia nella seconda metà di gennaio”.

«Ciò che qui si vuole sottolineare, continua Punzi - però, è che se il virus è presente, almeno in Europa, da così tanto tempo, da metà gennaio e forse anche da prima, i ritardi per negligenza o dolo nel dare l’allarme, i silenzi e le omissioni, sia da parte di Pechino che dell'Oms assumono una gravità ancora maggiore. Risale al 31 dicembre scorso, per esempio, il primo comunicato della Commissione municipale per la salute di Wuhan, nel quale per la prima volta si parla ufficialmente di una nuova letale forma di polmonite, riferendo di 27 casi, di cui 7 critici, ma negando che fosse riscontrata una trasmissione “da uomo a uomo”, come nei giorni successivi la stessa Oms avrebbe ripetuto».
Sempre sullo stesso quotidiano online Enzo Reale scrive, «Dal 27 dicembre all’11 gennaio, sia la popolazione cinese che la comunità internazionale sono state tenute all’oscuro dal governo di Pechino dell’esistenza, delle caratteristiche e del pericolo di diffusione del nuovo coronavirus. Il Partito Comunista ha deliberatamente deciso di occultare gli avvertimenti degli specialisti e i risultati delle prove effettuate. Quindici giorni probabilmente decisivi per il contenimento dell’epidemia, durante i quali un problema locale si è trasformato in fenomeno globale, per la manifesta volontà di insabbiamento e disinformazione delle autorità»"

Il Coronavirus era presente in Cina già da dicembre.
Eppure, il governo di Pechino ha fatto delle omissioni.
Di fatto, il Partito Comunista Cinese ha tenuto all'oscuro anche lo stesso popolo, ignorando gli avvertimenti degli specialisti.
Evidentemente, per il presidente cinese Xi Jinping il fatturato contava di più della salute delle persone.
Dunque, il governo cinese ha spacciato il Coronavirus per il virus di una comune forma influenzale. 
Invece, il Coronavirus era (ed è) qualcosa di peggio.
Poi, quando il virus è diventato incontrollabile, il governo cinese si è allarmato.
Il governo cinese ha delle colpe ma anche il nostro non è da meno.
Infatti, nonostante gli appelli delle regioni del nord (come Lombardia e Veneto) e delle opposizioni, con i quali si è chiesto di mettere in quarantena tutti coloro che venivano qui in Italia, il governo del nostro Paese ha sottovalutato il virus.
Anzi, in nome del "politicamente corretto", i partiti di governo (come il Partito Democratico) hanno messo in piedi certe campagne contro una presunta ondata di razzismo.
Questo razzismo non c'era.
Eppure, il governo non ha implementato le misure di quarantena, se non quando il virus era già nel nostro territorio.
Si vedevano gli esponenti politici mangiare involtini primavera.
Persino la trasmissione televisiva "Food Advisor" (che è trasmessa sul canale 33 del digitale terrestre) ha dedicato una puntata ai ravioli cinesi.
Per carità di Dio, quest'ultima può essere stata un caso.
Sembrava che tutto il mainstream fosse impegnato a combattere quel razzismo (che in realtà non c'era) come se fosse stato il peggiore male del mondo, quando un virus pericoloso si stava avvicinando al nostro Paese.
Poi, il virus è arrivato e hanno iniziato ad esserci i contagi.
Tuttavia, si è continuato a sottovalutare la cosa.
Quando il contagio è diventato incontrollabile, il premier Giuseppe Conte si è detto stupito.
Allora, egli ha iniziato a muoversi ma era troppo tardi.
Così, oggi, il nostro Paese è diventato il lazzaretto d'Europa.
In quarant'anni, io non ho mai visto (per esempio) l'Autostrada A22 Brennero-Modena (che passa anche attraverso la Provincia di Mantova, nella quale risiedo) praticamente deserta.
Non ho mai visto al supermercato tanta gente con la mascherina.
I rapporti umani stanno scemando.
Si rischia una disgregazione sociale, oltre ad un'emergenza sanitaria e ad un disastro economico dal quale noi rischiamo di non sollevarci. 


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Ringrazio un caro amico di questa foto.