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sabato 21 dicembre 2019

La Scozia ed il segno del declino degli europeisti

Su "Atlantico Quotidiano", vi è un articolo di Dario Mazzocchi che è intitolato  "Questione scozzese ultima trincea degli euroinomani: ma l’indipendentismo non era il male assoluto?".
Questo ne è uno stralcio:

"Prima c’era il backstop, poi è arrivato il Vallo d’Adriano. Dalla questione del confine tra la Repubblica d’Irlanda e l’Irlanda del Nord, che solo poche settimane fa sembrava irrisolvibile, l’attenzione degli europeisti all’indomani delle elezioni generali britanniche si è spostata sul confine che separa la Scozia dal resto del Regno, alla luce dell’avanzata dei consensi dello Scottish National Party della combattiva Nicola Sturgeon, la First Minister di Edimburgo, quasi ad esorcizzare il successo di Boris Johnson che segna la fine dei sogni di uno stop alla Brexit. Senza attendere un’analisi più approfondita dei flussi di voto e trarne considerazioni più concrete, come invece consente un approccio meno dogmatico all’interna vicenda, la Sturgeon è divenuta l’ultimo baluardo di chi non si rassegna davanti all’evidenza: che l’elettorato d’Oltremanica vuole che sia portata a compimento la separazione da Bruxelles".

Questa Unione Europea ha sempre condannato l'idea di autodeterminazione di un popolo, ritenendola una sorta di anacronismo.
Io mi ricordo del referendum con cui gli indipendentisti scozzesi chiesero l'indipendenza da Londra qualche anno fa.
Gli europeisti si schierarono tutti con Londra mentre i partiti indipendentisti, come la Lega Nord, qui in Italia, si schierarono con gli indipendentisti scozzesi.
In quanto persona di destra, io mi schierai con Londra, perché lo Scottish National Party era (ed è) di sinistra.
Oggi, sembra che tutto si sia rovesciato.
La Lega Nord non c'è più ma c'è la Lega di Matteo Salvini, che è oggi un partito di destra e che difende la sovranità nazionale.
Questo nuovo partito è con Londra, come anche Fratelli d'Italia, il partito con il quale simpatizzo.
All'epoca del referendum, ero vicino a Forza Italia.
Gli europeisti, invece, si sono schierati con Edimburgo.
Questa è la dimostrazione della crisi in cui si trovano gli europeisti.
Pur di difendere ciò che oramai è da definirsi indifendibile, gli europeisti sono pronti a schierarsi anche con chi prima combattevano.
In realtà, essi non sanno che lo Scottish National Party avrebbe chiesto il referendum per il distacco da Londra anche se l'Inghilterra avesse votato contro la Brexit.
Com'è noto, la Brexit vinse in Inghilterra e perse in Scozia e in Irlanda del Nord.
Ora, la questione dell'Irlanda del Nord è particolare e merita un discorso a parte.
Invece, la Scozia ha votato contro la Brexit e per lo Scottish National Party solo per una ripicca verso l'Inghilterra.
Non si deve pensare che la scelta degli Scozzesi sia dovuta ad un affetto verso l'Europa.
Se l'Inghilterra avesse votato contro la Brexit, la Scozia avrebbe votato a favore.
Oltretutto, lo Scottish National Party non ha un'idea di Stato.
Infatti, essi sono per uno Stato repubblicano (con un suo presidente a capo) o per la creazione di uno Stato come il Canada e l'Australia, una Stato che ha per capo la monarchia britannica, la quale è rappresentata in loco dai governatori generali?
Dunque, se si votasse per un nuovo referendum sull'indipendenza il risultato potrebbe essere molto diverso dalle aspettative.
Gli europeisti sono disperati e non sanno a quale santo votarsi.
Per questo, oggi sostengono quegli indipendentisti scozzesi che qualche anno fa combattevano.




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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.