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mercoledì 18 dicembre 2019

Il blocco anglo-americano contro l'Europa?

Consiglio di leggere un articolo scritto da Marco Faraci su "Atlantico Quotidiano" che è intitolato "Il “conservatorismo popolare” di Trump e Johnson è vincente, mentre in Europa il centrodestra è in crisi".
Ne riporto questo stralcio:

"A quanto pare, c’è una parte dell’Occidente in cui i partiti classici del centrodestra sembrano non conoscere crisi. Questa parte del mondo è l’”Anglosfera”. I Conservatori governano negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Australia. Non governano, ma sono comunque il primo partito in termini di voti, in Canada e in Nuova Zelanda. Ovunque hanno percentuali di consenso da fare assoluta invidia ai leader del centrodestra europeo.

Nei fatti, nella maggior parte del continente europeo, il centrodestra tradizionale, che ha rappresentato per molti anni uno dei due attori maggiori del classico bipolarismo, pare segnare irrimediabilmente il passo. Il declino di Forza Italia da noi e dei Repubblicani in Francia, la crisi del Partito Popolare in Spagna e le difficoltà della CDU in Germania sono manifestazioni diverse dello stesso fenomeno – la perdita da parte della politica mainstream di un contatto con la base e la sempre maggiore difficoltà del tradizionale moderatismo di offrire chiavi di lettura convincenti delle complesse dinamiche del mondo di oggi
".

Tra noi "europei" ed i Paesi anglosassoni vi è una sostanziale differenza: nei Paesi anglosassoni la politica nacque attraverso un lungo processo che si sviluppò nella storia.
La politica dei Paesi anglosassoni (che a me piace tanto) è oggi una sorta di "aristocrazia democratica".
Ricordo che nel 1214, nella cittadina inglese di Runnymede, fu firmata la prima costituzione.
Sto parlando della Magna Charta Libertatum.
Quindi,  i cittadini dei Paesi anglosassoni sentono la politica come una cosa loro da secoli.
Basti pensare che dopo la Guerra Civile inglese (1642-1651) ed il periodo di Oliver Cromwell (1649-1658) e l'evento chiamato "Gloriosa rivoluzione del 1688, l'Inghilterra tornò ad essere una monarchia parlamentare.
Invece, la politica del continente europeo è figlia della Rivoluzione francese del 1789, la quale fu un processo storico repentino.
Nella Rivoluzione francese, la politica passò repentinamente dalle corti alle piazze.
La politica divenne qualcosa di volgare e sempre incline agli estremismi, cosa che in una politica di tipo anglosassone non accade.
Per esempio, il concetto di delegittimazione dell'avversario (che è tipico di certe ideologie, come nazismo e comunismo) risale alla Rivoluzione francese.
Infatti, basti notare che nei Paesi anglosassoni non si svilupparono mai idee abominevoli come il nazismo ed il comunismo.
Ci furono dei totalitarismi, come quello che si sviluppò con lo Scisma anglicano operato da re Enrico VIII nel 1534 ed il già citato periodo di Cromwell, ma poi la società seppe ritrovare degli equilibri stabili perché certi valori erano parte del pensiero comune dell'epoca.
Al contrario, nei Paesi europei vi è sempre un rischio di totalitarismo.
Non si pensi solo al nazismo e al comunismo ma si pensi anche a quel "totalitarismo morbido" che è l'europeismo attuale.
Insomma, si sta riproponendo lo scontro tra Europa e blocco anglo-americano.
Noi "europei" abbiamo molto da imparare dagli anglosassoni.
Avremo il tempo di fare ciò, prima che sia troppo tardi?


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