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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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sabato 18 maggio 2019

Non semplifichiamo il discorso inerente alla psiche umana

Stamani, ho trovato un  foglio con scritte alcune nozioni di psicologia.
Queste nozioni parlano di "intelligenza positiva" ed "intelligenza negativa".
L'intelligenza positiva è di chi si rallegra con gli altri, non teme i cambiamenti, perdona, discute di idee, non smette di imparare, riconosce i propri fallimenti, pensa anche ai bisogni degli altri e si pone degli obiettivi.
L'"intelligenza negativa" è di chi critica gli altri, ha paura dei cambiamenti, nutre sempre rancore, discute di persone, pensa di sapere tutto, dà la colpa agli altri per i propri fallimenti, pensa solo ai propri diritti e non si pone mai degli obiettivi.
Io penso che queste parole abbiano del vero ma penso anche che chi le ha scritte non abbia tenuto conto di certi fattori.
Il primo è la società in cui una persona vive.
In una società occidentale, come nostra si tende, a guardare ai diritti individuali, compresi i propri.
In un altro tipo di società,  come quella musulmana, si mette al centro la comunità, anche a scapito delle persone.
Il secondo è la cultura della persona con cui si ha a che fare.
Per esempio, una persona come me, che è di cultura liberale, tenderà a guardare ai diritti individuali, degli altri e propri.
Un musulmano, invece, guarderà più alla massa.
L'ideologia islamica è antitetica alla mia.
Il terzo fattore è la storia personale e familiare della persona.
Per esempio, io aborro il comunismo.
Mi fa schifo.
Mi fa schifo l'idolatria del lavoro che ha il comunismo, che è ben diversa da una sana voglia di lavorare.
Mi fa schifo l'idea totalizzante e totalitaria del comunismo, che ammazza la persona.
Mi fa schifo anche l'idea nichilista del comunismo.
Questa mia ostilità nasce dalla mia cultura personale, in funzione della quale (per esempio) io penso che una persona debba lavorare per vivere e non vivere per lavorare, che la persona debba essere messa al centro (con la sua creatività ed i suoi valori) e che i valori fondanti di un popolo debbano essere rispettati, e dalla mia storia familiare.
Ricordo che per colpa dei comunisti io persi un prozio.
Quindi, io ho tutto il diritto di provare rancore verso il comunismo, perché fece un danno alla mia famiglia, e di potere esprimere per propugnare i miei valori.
Lo stesso discorso potrebbe essere fatto dal mio amico e socio Morris Sonnino, che mi parla spesso del suo bisnonno deportato dai nazisti.
Lui ha tutto il diritto di provare rancore verso il nazismo e di potere esprimere ciò per difendere la memoria della Shoah.
Dunque, bisogna evitare il solito semplicismo per ciò che riguarda la psiche umana.


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Ringrazio un caro amico di questa foto.