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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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giovedì 30 maggio 2019

La questione dell'identità

Ringrazio (di vero cuore) l'amica Silvia Morelli che mi ha portato all'attenzione questo confronto tra il fondatore di Israele David Ben Gurion (16 ottobre 1886-1° dicembre 1973) ed il Segretario di Stato americano dell'amministrazione del presidente Eisenhower,  John Foster Dulles (25 febbraio 1888-24 maggio 1959), che si incontrarono negli USA:



"Cosa rispose Ben Gurion a John Foster Dulles.

Quando David Ben-Gurion ricopriva la carica di Primo Ministro israeliano, si recò in viaggio negli Stati Uniti per incontrare il presidente Eisenhower, per chiedergli aiuto e sostegno nei primi tempi difficili dello Stato di Israele.
John Foster Dulles, allora Segretario di Stato, sfidò Ben Gurion così:
“Mi dica, Signor Primo Ministro, chi, voi e il vostro Stato, dovreste rappresentare? Gli ebrei della Polonia, o quelli dello Yemen, della Romania, del Marocco, dell’Iraq, della Russia o forse del Brasile? Dopo 2000 anni di esilio, potete onestamente parlare di una sola nazione, e di una sola cultura? Potete parlare di un patrimonio unico, o forse di una sola tradizione ebraica?”


Ben Gurion gli rispose così: “Ascolti, Signor Segretario di Stato, circa 300 anni fa, il Mayflower lasciò l’Inghilterra con i primi coloni che si insediarono in quella che divenne la più grande superpotenza democratica conosciuta come gli Stati Uniti d’America. Ora, mi può fare un favore? Esca per strada, mi trovi dieci bambini americani e chieda loro quanto segue:

1 - Qual era il nome del capitano della Mayflower?
2 - Quanto durò l’ultimo viaggio?
3 - Che cosa mangiarono i passeggeri?
4 - Quali furono le condizioni di navigazione durante il viaggio?

Sono sicuro, converrà, che con buone probabilità non sarà possibile ottenere una buona risposta a queste domande. Invece, non 300 ma più di 3.000 anni fa gli ebrei hanno lasciato il paese d’Egitto. Le chiedo, Signor Segretario, durante i suoi viaggi in tutto il mondo, di chiedere a dieci bambini ebrei di questi paesi diversi di rispondere a queste domande:

1 - Qual era il nome del capo che portò gli Ebrei fuori dall’Egitto?
2 - Quanto tempo ci volle prima di arrivare nella Terra di Israele?
3 - Che cosa mangiarono durante la traversata del deserto?
4 - Cosa successe quando si trovarono di fronte al mare?

Una volta ottenute le risposte a queste domande, La esorto a riconsiderare attentamente la domanda che mi ha fatto.”
".

La questione dell'identità è molto importante.
Essa riguarda i popoli e le singole persone.
Per esempio, noi Italiani ed Europei viviamo nell'incontro tra Roma, Atene e Gerusalemme, come disse una volta Papa Benedetto XVI.
Come popolo, noi siamo il "frutto" di codesto incontro.
Noi agiamo seguendo la nostra storia e la nostra cultura.
Anche come persone, ognuno di noi ha il diritto di esprimere la propria identità.
Per esempio, io sono nato a Mantova il 3 gennaio 1980 ma sono di origini abruzzesi e siciliane.
La parte siciliana della mia famiglia, quella materna, può essere di essere origini latine, greche e persino ebraiche.
La Sicilia, infatti, ha una storia che vede un intreccio di varie culture.
Inoltre, io ho anche una mia storia personale.
Per esempio, dal 1994 al 1999, ho studiato presso l'Istituto Professionale "Don Primo Mazzolari" di Mantova, diplomandomi.
Lì ho stretto le amicizie più importanti della mia vita.
Dunque, ogni persona è figlia della storia propria e di quella della propria famiglia. 
Al giorno d'oggi, purtroppo, sembra che parlare di identità sia diventato come "bestemmiare in chiesa". 
Infatti, al giorno d'oggi, si punta a volere massificare ogni cosa.
Una persona che afferma certe convinzioni viene stigmatizzata.
Una persona che parla delle identità dei popoli viene tacciata di "fascismo".
Una persona che porta una kippah ebraica sulla testa o una croce cristiana al collo viene tacciata di "settarismo" o di "fanatismo".
Una persona che afferma un proprio diritto individuale viene bollata come "egoista" o come una persona con un'"intelligenza negativa". 
Purtroppo, questa "cultura" si sta affermando nell'Occidente, nella nostra realtà.
Il rischio è che altri impongano a noi la loro identità, distruggendo sia il nostro patrimonio culturale collettivo sia l'identità individuale di ognuno di noi.
Del resto, anche lo stesso buon Dio creò ciascuno di noi con propri talenti e proprie caratteristiche.
Massificare le persone è andare contro Dio stesso.


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