Ringrazio l'amica e collaboratrice Francesca Padovese che mi ha portato all'attenzione un articolo scritto da Ruben Ruzzante su "La Nuova Bussola Quotidiana" che è intitolato "Reddito di cittadinanza rifiutato dagli stessi assistiti".
Ne riporto questo stralcio:
"La scena del vicepremier Luigi Di Maio che dal balcone di Palazzo Chigi sventola la bandiera della fine della povertà in Italia resterà nella storia. Quell’affermazione si basava soprattutto sul provvedimento simbolo del programma politico dei Cinque Stelle: l’erogazione del reddito di cittadinanza a circa 6 milioni di poveri, per consentire loro di condurre un’esistenza dignitosa. Secondo i pentastellati, quella misura avrebbe altresì rilanciato l’economia, stimolando i consumi di ampie fasce di popolazione, sottratte all’indigenza proprio grazie a quel sussidio.
Le cose sono andate finora molto diversamente da come prospettato dal Ministro del Lavoro. Il numero di beneficiari di quel sussidio è sceso vertiginosamente, quando si è preso atto che la coperta era troppo corta e che ben difficilmente i soldi sarebbero bastati per dare 780 euro mensili a 6 milioni di persone. La farsa è proseguita con il reclutamento dei navigator, le figure di riferimento per la gestione dell’intera operazione reddito di cittadinanza. Per 3.000 posti sono state presentate la bellezza di 79.000 richieste. Si immagini quanto risulterà ardua e complessa la fase di selezione dei tremila “fortunati” che potranno occuparsi della ricerca di lavoro per i beneficiari del reddito di cittadinanza.
Ma non è questo il punto. Sta emergendo il sostanziale fallimento dell’esperimento del reddito di cittadinanza: chi avrebbe diritto ai 780 euro al mese o a cifre inferiori sulla base del reddito già percepito preferisce rinunciarvi. Potrà sembrare un paradosso ma non lo è. Mancano perfino i moduli per la rinuncia al sussidio, poiché l’Inps e il Ministero del Lavoro non avevano neppure lontanamente preso in considerazione un’eventualità del genere. I responsabili dei Caf hanno comunicato che nelle ultime settimane si sono moltiplicate le richieste di disdetta del reddito ottenuto. Si tratta di decine di migliaia di nuclei famigliari insoddisfatti, a causa dei bassi importi erogati sulle card gialle in fase di distribuzione. Infatti, solo sul 16% delle tessere magnetiche sono state accreditate somme superiori ai 750 euro. I delusi, pronti a rinunciare al sussidio, sarebbero circa 130.000, e una buona percentuale di questo esercito di scontenti pare sia concentrato soprattutto al sud. A fare retromarcia non sarà solo chi si è visto assegnare un bonus mensile di 40 euro, anziché di 780 euro come si era immaginato in partenza. Anche chi ha ricevuto importi maggiori, ma comunque al di sotto delle aspettative, potrebbe ripensarci, dal momento che il beneficio comporta specifici obblighi lavorativi e controlli più approfonditi da parte del fisco".
Il reddito di cittadinanza non è solo una misura diseducativa ma è anche illiberale.
Essa disincentiva il lavoro vero.
Per esempio, una persona come me, che lavora come stagista presso un'azienda e che guadagna uno stipendio non alto, ha tutte le ragioni di sentirsi presa in giro dallo Stato, il quale elargisce stipendi a persone senza che queste ultime lavorino veramente.
Oltre a ciò, questa misura è anche illiberale, poiché chi lo percepisce deve rendere conto di ciò che fa al Comune, all'INPS, all'Ispettorato del Lavoro e alla Guardia di Finanza, con le auto-dichiarazioni.
Inoltre, i titolari di questo beneficio dovranno essere disponibili al lavoro; sottoscrivere il Patto per il Lavoro o il Patto per l'Inclusione Sociale e partecipare ad iniziative di formazione o ad altre iniziative di politica attiva; aderire a progetti utili per la comunità (come certi lavori per il Comune) anche in forma precaria.
Poiché c'è poco lavoro, una persona che percepisce il reddito di cittadinanza dovrà farsi i giri tra cooperative ed uffici vari per potere continuare a percepire i soldi.
Insomma, anziché liberalizzare il sistema, per esempio, privando le cooperative dei privilegi di cui godono, questo Governo ha reso il sistema ancora più illiberale, favorendo le cooperative.
Conosco bene la storia delle "politiche attive per il lavoro".
Si va presso un consorzio o una cooperativa e poi si fanno pratiche come l'assessment e la "ricerca attiva del lavoro".
Poi, non è detto che si arrivi al lavoro vero.
Così, una persona percepisce soldi senza lavorare, non può spendere quei soldi come meglio crede e poi deve fare pratiche che non è detto che portino al lavoro vero.
Questo è il reddito di cittadinanza.
L'unica soluzione che serve a combattere la povertà è favorire la libera impresa, tagliando le tasse, riducendo la burocrazia, riformando la giustizia, tagliando i costi di carburanti ed energia elettrica e facendo le infrastrutture.
Purtroppo, sembra che qualcuno in codesto Governo non l'abbia capito.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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