Presentazione

Presentazione
Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

Il mio libro sul Covid

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

mercoledì 29 maggio 2019

Brexit, ora i Tories decidano!

Su "Atlantico Quotidiano", vi è un articolo intitolato "Brexit è viva, ora tocca ai Conservatori dimostrare che sono capaci di risorgere per realizzarla".
Riporto lo stralcio del succitato articolo, scritto da Dario Mazzocchi:

"Il giorno dopo il trionfo del Brexit Party di Nigel Farage alle elezioni europee, nel Regno Unito si è passati alla conta dei voti per capire se, sommando le diverse percentuali raccolte dai partiti, a vincere fosse stato il fronte del Leave o quello del Remain nel grande rompicapo che tiene banco nell’isola – che a questa tornata elettorale non avrebbe nemmeno dovuto partecipare. L’interpretazione più facile e semplicistica attribuisce un vantaggio al secondo, raccogliendo i voti per i Liberaldemocratici, i Verdi, lo Scottish National Party e quelli per i Laburisti, che però soffrono della stessa malattia che ha colpito i Conservatori, usciti con le ossa frantumate dalle urne: un accennato bipolarismo sulla questione europea peggiorato dalle strategie delle rispettive classi dirigenti.

Approfondendo con più attenzione lo scenario che si è palesato, si intuisce che la voglia di Brexit è ancora viva nonostante gli ultimi tre anni trascorsi tra trattative, teste saltate, cambi ai vertici e continui rinvii. Basterebbe per esempio aggiungere al 30,5 per cento raggiunto dal Brexit Party l’8,8 per cento dei Tories e il 3,5 di Ukip per rivedere le somme – e non è detto che all’interno di quel 13,7 per cento dei Laburisti si ritrovino solo le preferenze di chi vorrebbe rimanere nell’Unione europea. Farage è riuscito a drenare voti sia a destra che a sinistra, come mostrano le analisi dei flussi, ma qualcuno è rimasto fedele alla causa, optando per i due partiti più tradizionali. Brexit è una questione trasversale ed è destinata a restarlo.

Cosa accadrà da qui al 31 ottobre dipende nuovamente da quanto succederà a Westminster, specialmente a partire da giugno, dopo che Theresa May si sarà ufficialmente dimessa da leader conservatore e da primo ministro. Si riapriranno la danze per individuare chi avrà il compito di portare a compimento l’operazione e il numero dei partecipanti al ballo sta crescendo. Boris Johnson è il nome con maggiore seguito mediatico: non ha avuto nemmeno bisogno di ufficializzare la sua candidatura, ma ha preferito mettere in chiaro sin da subito che con lui a Downing Street il Regno Unito uscirà dall’Ue secondo i termini fissati, con o senza accordo. Ed è infatti attorno alla questione no deal che si è incentrato il dibattito sin dalle prime battute"
.

Il Brexit Party di Nigel Farage è uscito vincitore in questa competizione elettorale europea ma al governo del Regno Unito ci sono i Conservatori.
La questione della Brexit è importante, anche perché non peserà solo sul futuro del Regno Unito ma anche su quello dell'Unione Europea, la cui politica riscuote sempre meno consensi.
Forse, questa vittoria di Farage alle elezioni europee potrebbe spingere i Tories verso le posizioni in favore della Brexit, poiché tanti elettori che hanno votato il partito del leader euro-scettico fanno parte del loro bacino elettorale.
Deve essere ricordato che il Partito Laburista è il partito più europeista del Regno Unito, insieme ai Liberaldemocratici.
L'attuale premier Theresa May ha commesso l'errore di avere portato avanti una politica che (come si suol dire) non è stata né carne né pesce.
Infatti, non è stata una politica in favore dell'"hard Brexit" e questo le ha alienato i favori dell'ala favorevole ad essa del Partito Conservatore, di cui fa parte l'ex-ministro Boris Johnson.
Anche su una "soft-Brexit" ci sono state incertezze.
Del resto, lo stesso Partito Conservatore è ancora oggi spaccato riguardo alla Brexit. 
Evidentemente, il fronte pro-Brexit (a cui pure io mi posso dirmi favorevole, per dare un colpo a questa Unione Europea che sta mostrando un bel po' di pecche) avrebbe dovuto portare un piano da implementare se ci fosse stata la vittoria del "Leave", cosa che è avvenuta.
La situazione dovrà essere monitorata da tutti.
Forse, la vittoria di Farage potrebbe ricompattare i Tories. 


Nessun commento:

Posta un commento

Translate

Liberiamo l'Europa dall'ideologia "Green"

Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questa foto presa dalla pagina Facebook di Christian Ricchiuti, esponente di Fratelli d'Italia.