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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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martedì 28 maggio 2019

Israele fa quello che non fa questa Europa

Sul sito del "LUISS Open", vi è un articolo di Giulio Meotti che parla della situazione dell'Europa e quella di Israele.

Ve ne riporto uno stralcio:

"“Italiani poca gente”, di Antonio Golini e Marco Valerio Lo Prete , è un libro importante, strategico direi. Perché si occupa di uno dei tempi principali che riguardano il futuro di un Paese, eppure così difficile da imporre all’attenzione delle persone e dell’opinione pubblica. Tutti ci accorgiamo se manca il lavoro, ma non se mancano i bambini. Eppure, dalla ricchissima Germania alla ben più povera Grecia, passando per l’Italia, l’Europa è afflitta dalla “peste bianca”. L’espressione fu coniata da un grande storico francese, Pierre Chaunu, in un libro pubblicato da Gallimard del 1976, per dire che oggi la disaffezione a procreare ha, nei Paesi progrediti dell’Europa, conseguenze simili alla peste nera del Medioevo. Il Papa dalla Bulgaria l’ha appena definita “una cortina di ghiaccio”. Se l’Europa in questo è davvero “Occidente”, ovvero la terra del tramonto, c’è un Paese occidentale a Oriente che di bambini ne fa tantissimi, più di tutti gli altri. È Israele.



Tutti i record di Israele

Israele può vantare molti record. In trent’anni, il suo Prodotto interno lordo è aumentato del 900 per cento; le esportazioni sono aumentate dell’860 per cento; è passato dal non avere fonti indipendenti di energia al 38 per cento del fabbisogno energetico che proviene dalle proprie fonti; e se trent’anni fa non c’era acqua desalinizzata, oggi oltre il 40 per cento del consumo di acqua proviene da impianti di desalinizzazione. Ma il suo record più grande è quello demografico ed è una delle cause anche della vitalità di quella società, il suo essere una sorta di tigre asiatica, fra i Paesi più innovatori del mondo.

In Israele nasce un bambino ogni tre minuti e nell’ultimo anno sono nati 181.000 bambini. Dal 1995 al 2015, in vent’anni, il numero di nascite fra gli ebrei israeliani è salito del 65 per cento, passando da 80.400 a 132.000 nascite. Il tasso di fecondità degli ebrei in Israele ha compiuto un incredibile balzo in avanti, mentre il tasso di fecondità fra gli arabi, per via della scolarizzazione e modernizzazione, è molto diminuito. Il tasso di fecondità in Israele è oggi di 3,11 figli, più del doppio che in Italia (1,32 figli per donna). È importante tenere presente che non parliamo di un Paese di cultura mediorientale, ma occidentale, che spicca in tutti gli indici di innovazione economica, scientifica, culturale e tecnologica, è la “start-up nation”, l’high tech, i Premi Nobel.

Gli ebrei israeliani hanno oggi più figli, in media, persino dei prolifici vicini egiziani, turchi e libanesi. O dell’Iran, la cui transizione demografica è il più rapido declino del tasso di fertilità mai registrato dall’Onu. L’Iran ha superato anche il calo della fertilità in Cina, ma senza ricorrere alla politica del figlio unico di Pechino. Il suo tasso di fecondità totale probabilmente si aggira intorno a 1,6 bambini per donna, allo stesso livello dell’Europa occidentale, un declino senza uguali da 7 bambini per donna iraniana nei primi anni Ottanta. Mai prima d’ora nella storia la natalità di un grande Paese era caduta così in fretta e così tanto. La popolazione iraniana sta invecchiando più velocemente di quella di qualsiasi altro paese al mondo. Nel 2050, il 30 per cento della sua popolazione avrà più di sessant’anni, lo stesso rapporto che negli Stati Uniti, ma con un decimo del pil pro capite americano"
.

Concordo con queste parole.
L'Europa sta morendo per colpa delle sue scelte.
Ha scelto di puntare sull'immigrazione, a scapito della difesa della famiglia. 
Questo sta distruggendo il tessuto socio-culturale dell'Europa. 
Non possiamo nascondere il problema.
Oltretutto, non è detto che l'immigrazione porti nuovi cervelli.
Il caso del nostro Paese, l'Italia, è la dimostrazione paradigmatica di ciò.
Noi importiamo braccia dall'Africa mentre lasciamo scappare i nostri giovani laureati.
Al contrario, Israele investe sui giovani e difende la famiglia.
Gli effetti si vedono.
Infatti, in Israele, la natalità c'è ed il tessuto sociale israeliano è forte.
Questo determinerà il progresso di Israele, insieme alla ricerca e allo studio.
In Europa, invece, ci sarà il regresso.
Per esempio, in una città come Bruxelles, il 60% dei bambini frequenta corsi di religione islamica.
Dunque, in futuro, Bruxelles diventerà una città islamica.
Lo stesso avviene anche in altre grandi città europee.
In Francia, i giovani cattolici e quelli musulmani si equivalgono.
In futuro, ci troveremmo con una Francia già islamizzata in tanta parte.
L'islamizzazione determinerà un regresso riguardo ai diritti.
Dunque, i leader europei faranno bene a riflettere e a cercare una soluzione.
Forse, dovrebbero guardare ad Israele come modello.

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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".