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mercoledì 7 giugno 2017

Tradire per ignavia, nota di Vito Schepisi


Questa è la nota che il mio amico Vito Schepisi (che ringrazio) ha voluto condividere con me su Facebook:
"Chi si meraviglia della centralità dell'Italia nelle strategie del terrorismo ha capito ben poco di ciò che sta succedendo.
L'idea della Germania, ad esempio, di pensare all'Italia come al campo immigrati d'Europa non è maturata per astio, almeno non solo, verso l'Italia, ma per l’intento di creare un cuscinetto prima delle Alpi per il controllo ed il blocco delle invasioni. Sono almeno dieci anni che ci fanno la morale sul dovere dell'accoglienza, mentre erigono muri e respingono in Italia i migranti che riescono a varcare i confini a Nord, ad est e ad ovest.
Hanno stipulato un accordo con la Turchia per bloccare il corridoio dei Balcani, usato soprattutto dai profughi siriani per arrivare dalla Siria in Nord Europa. Erdogan incassa dall’Europa cinque miliardi di Euro per fare lo sceriffo della Merkel. Il dittatore Turco ora ricatta e minaccia di fare arrivare in Europa milioni di immigrati.
I Crucchi ci detestano perché siamo un popolo disordinato e difficilmente gestibile, ma anche il popolo più geniale, quello più colto e quello con un patrimonio storico e culturale che non ha uguali nel mondo.
Siamo estroversi ed indomabili e tra di noi c’è chi ha il coraggio di dare del becero e dell’imbecille a chi mostra d'esserlo. Siamo un popolo non politicamente corretto, anzi qualche volta maledettamente scorretto.
Si prenda Schulz, il leader dei socialisti tedeschi che si è sentito paragonare ai kapò (detenuti nei lager usati dai nazisti contro i propri connazionali) da Berlusconi (... e qui ci vorrebbero gli applausi). Lo stesso leader dei socialisti tedeschi è apparso come l'ultimo idiota, in ghingheri mentre aspettava Renzi ad un appuntamento, per la cattiva educazione (bisogna dirlo) dell'ex capo del governo italiano. E c’è da scommetterci che il “kapò” se l’è legata al dito. Schulz ci odia a morte, ma anche molti italiani l’hanno in antipatia.
La Francia ha un'invidia conclamata verso l'Italia. Basterebbe vedere la dimensione delle cose che realizza. I francesi lo fanno perché pensano che con la grandezza delle cose possano supplire alla mancanza della genialità, e della bellezza delle cose semplici. Sfarzo e sprechi per ovviare alla mancanza del buon gusto: come il cafone che mette i rubinetti d'oro per mostrare la sua ricchezza, e magari neanche si lava per cercare di puzzare di meno.
Che il terrorismo debba passare dall'Italia lo sa anche chi non s'intende di queste cose. Che l'Italia sia il centro di smistamento delle reti criminali legate all'integralismo islamico lo dicono le inchieste sulla criminalità organizzata; lo dicono i rapporti degli investigatori che annotano che c’è una nuova mafia che ha sostituito il traffico della droga con quello degli essere umani in cui si cela la manovalanza terroristica.
La domanda di chi si chiede perché l'Italia, terra dei crociati, in cui sono contenute le mura del Vaticano, sede naturale della civiltà cristiana, non abbia ancora subito un attacco cruento del terrorismo islamico, come quelli di Parigi, di Nizza, di Bruxelles, di Berlino o di Londra, ha una risposta semplicissima.
Non è quella di chi dice che i nostri servizi siano migliori di tutti gli altri. È un vanto dei nostri politici imbecilli.
L'Italia è un ponte che porta dall’Africa in Europa. Nessuno è così stupido da tagliare i ponti che conducono al cuore dei disegni strategici. In Europa risiedono milioni di musulmani di terza e quarta generazione, orami a tutti gli effetti cittadini europei. Saranno le teste di ponte della nuova invasione, assieme alle moschee ed ai centri culturali islamici. Quando sarà il momento si solleverà una imponente barriera d’orrore. Sarà la madre di tutte le anticrociate.
Non ci sarà scampo per nessuno, neanche per chi fa il furbo, neanche per chi fa il molle, neanche per chi si piega, neanche per chi già da ora pensa ai compromessi. Neanche per chi parla di pace, di accoglienza e di carità, pensando che questi siano i passaporti validi per la propria coscienza.
Ci sono mille modi per tradire il proprio paese e la propria missione, tra questi l’ignavia.
Come è già accaduto in passato, nessuno verrà risparmiato né i vecchi, né i bambini e né le donne, anzi queste ultime saranno vittime della ferocia di uomini invasati che non solo scaricheranno su di loro le proprie frustrazioni sessuali, ma che si sentiranno pervasi dalla convinzione di svolgere una missione di tutela etica. Saranno proprio le donne a pagare con maggiore umiliazione le nostre viltà. Né verranno risparmiati i religiosi; e le suore, come è avvenuto in passato, saranno prima violentate e poi sgozzate sugli altari delle chiese.
L'Europa, Italia compresa, ha perso la cultura della tutela della propria civiltà. La pace da valore primario di un popolo è diventata pacifismo, cioè una lenta e progressiva strategia della resa. La nostra classe dirigente, abituata ai lazzi ed ai frizzi non ha più spina dorsale, tira a campare confidando nel tempo e nell’accumulo delle ricchezze che facilitano le viltà di chi fugge dalle proprie responsabilità
.".

Episodi simili a quello evocato da Vito nella sua nota ci furono.
Mi viene in mente quanto accadde il 29 maggio 1453, quando i Turchi Ottomani entrarono in Costantinopoli, buttarono giù la porta della basilica di Hagia Sophia (nella foto) e sgozzarono i preti che dicevano messa e le donne ed i vecchi in preghiera e stuprarono i bimbi sugli altari.
Ora, che l'Italia sia diventata il "ponte" per i terroristi che vanno a colpire in Europa è cosa nota.
Purtroppo, il nostro Paese è governato da gente che pretende di dialogare con tutti quando in realtà ciò non è possibile.
Noi ci troviamo di fronte a politici e a uomini della Chiesa che dicono che "si deve dialogare con tutti per la pace", ad insegnanti che "in nome del dialogo" non fanno più fare le recite natalizie ai bambini delle scuole" e ad "intellettuali" che parlano dell'utopia della "società multietnica in cui tutti vivono in pace in amore".
Quanto accaduto a Parigi, a Bruxelles, a Berlino e a Londra dimostra che questo pensiero della società multietnica o "meticciata" è inapplicabile.
Questo avviene perché c'è chi ha insito nella sua forma mentis l'idea di portare una cultura o una fede religiosa con la forza e con l'occupazione militare.
Guardate questo video di Luca Donadel.




Per noi Occidentali, la religione è qualcosa di spirituale e che riguarda l'anima.
Per l'Islam, invece, tra vita temporale e vita spirituale non c'è distinzione e in quella religione vi è sistema legale e politico, la Sharia, che deriva dal Corano e che (quindi) non è facoltativo.
In nome del grande inganno che l'Unione Europea "portatrice di pace", noi abbiamo rinnegato i nostri valori ed accettato tutto il resto, in questo mare di ignavia.
Certamente, è vero che da noi non ci sono stati attentati ma facciamo attenzione: può essere solo una questione di tempo.
L'Italia è oggi il "ponte" che i terroristi attraversano per colpire in Europa e che ad oggi qui in Italia non ci sono comunità islamiche numericamente forti, come ce ne sono come in Germania, in Francia e nel Regno Unito, ma domani le cose potrebbero cambiare.
Stiamo bene attenti.


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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.