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domenica 11 giugno 2017

Roncoferraro, la giunta comunale cadrà sul "Fossil Free"?

Qui a Roncoferraro, in Provincia di Mantova, tira una brutta aria per l'amministrazione comunale.

Domani sera, ci sarà una seduta del Consiglio comunale che potrebbe decretarne la crisi.
Già nell'aria da tempo, per una divergenza tra il sindaco Federico Baruffaldi (nella foto qui sopra, presa dalla pagina del gruppo del "Comitato Roncoferraro-La parola ai cittadini") ed il Partito Democratico, questa crisi potrebbe deflagrare sul caso dell'impianto di teleriscaldamento "Fossil Free Energy".
Questo impianto è stato il vanto delle precedenti amministrazioni (sempre di centrosinistra) ma in realtà si è trattato di un progetto nato già morto.
Infatti, si tratta di un impianto che avrebbe dovuto funzionare con cippato di legna prodotto in loco.
In realtà, poiché a Roncoferraro e dintorni non ci sono boschi (dato che è una zona antropizzata) dapprima l'impianto è stato fatto funzionare a pellet e poi  è stato fatto funzionare con cippato proveniente dal Trentino-Alto Adige.
Da quello che ho sentito, pare che qualche tempo abbia funzionato a metano.
Quindi, l'impianto in questione si è dimostrato molto problematico.
Il sindaco Baruffaldi ha deciso di spegnerlo.
A mio modesto parere (e non solo) era l'unica cosa sensata che avrebbe potuto fare.
Quell'impianto si è mostrato un problema economico (per mutui vari e per il fatto che il combustibile non sia stato prodotto in loco) ed ambientale, dato che (di certo) non ha risolto certi problemi, come quello del PM10.
Un mio articolo del 2012 parla di un problema di quell'impianto.
Un articolo del quotidiano "La Voce di Mantova" (scritto quattro giorni fa) ne parla.
Ve ne riporto uno stralcio:

"Dieci anni dopo il progetto “Fossil Free Energy” rimane una visione incompiuta. Da qui la decisione dell’attuale amministrazione, guidata dal sindaco Federico Baruffaldi, di presentare un esposto in Procura, affinchè la magistratura possa fare luce su una vicenda che in questi anni non ha mancato di suscitare grosse polemiche in paese, soprattutto per i costi elevati. A fare saltare il tappo è stata la relazione fornita dal perito incaricato dall’Amministrazione, l’ingegner Alberto Resta sul malfunzionamento dell’impianto che, ricordiamo, fu finanziato tramite un bando regionale che incentivava l’utilizzo delle energie alternative e al quale Roncoferraro aderì nel 2003. Finanziamento che aveva come condizione vincolante il funzionamento dell’impianto per almeno cinque anni. Ma i numeri della relazione tecnica hanno evidentemente accelerato la duplice decisione dell’attuale amministrazione: “spegnere” completamente il Fossil Free e tornare a riscaldare gli immobili comunali con il metano e procedere con l’esposto alla Procura della Repubblica per fare emergere eventuali responsabilità. Uno su tutti dà la dimensione di quanto l’impianto fosse ormai diventato un pozzo senza fondo per la casse comunali: i soli costi per la sua realizzazione e d’esercizio hanno comportato una spesa che sfiora il milione e mezzo di euro, sempre stando alla documentazione formalizzata dal perito. «In sostanza - lamenta il sindaco di Roncoferraro Federico Baruffaldi - ci siamo trovati a fronteggiare manutenzioni su manutenzioni che stavano diventando insostenibili per il bilancio dell’Ente. All’ennesimo preventivo di intervento (37mila euro, ndr) da parte del conduttore (Tea Sei) abbiamo voluto vederci chiaro».".

Ora, anche se attualmente disoccupato, parlo anche da tecnico di laboratorio chimico-biologico e tecnico del controllo di qualità, sicurezza ed ambiente.
Un impianto del genere sarebbe andato bene in una regione come il Trentino-Alto Adige o l'Abruzzo, che un pochino conosco, essendo mio padre abruzzese.
In regioni come quelle vi sono boschi e quindi la materia prima da bruciare sarebbe stata abbondante e (di conseguenza) se anche ci fossero stati dei mutui un impianto del genere con il tempo si sarebbe ripagato, grazie al risparmio energetico.
La zona della Provincia di Mantova, invece, è solo pianura fortemente antropizzata.
Ci sono centri abitati, campi e zone industrializzate, anche se oggi in forte crisi.
Di boschi ce ne sono pochi.
Dunque, anche un bambino avrebbe capito la materia prima da bruciare sarebbe stata poca.
Le piantumazioni di alberi non avrebbero certo risolto il problema.
In più, in una zona come la Provincia di Mantova vi è il problema delle polveri sottili (PM10) e si sa che le combustioni non contribuiscono a migliorare la situazione.
Ripeto, anche un bambino avrebbe capito tutto ciò.
Comunque, questa mossa, ha creato un'ulteriore divergenza tra il sindaco ed il Partito Democratico, divergenze che si erano aggiunte ad altre precedenti, come nel caso dell'elezione del presidente della Provincia di Mantova.
Domani ci sarà il Consiglio comunale. Mi sarebbe piaciuto essere presente, poiché avrò degli impegni.
Ora, faccio un'analisi politica.
Del destino politico di Baruffaldi e della sua maggioranza mi interessa poco e niente. Sono problemi loro e non è nel mio costume andare a sindacare in casa d'altri.
Io sono dell'altro versante. Certo, la crisi della maggioranza non è bene per il Comune e serve una risposta forte e convincente dall'altra parte, che dovrà essere pronta a tutto, anche al voto.
Proprio il centrodestra (a mio giudizio) dovrebbe iniziare a muoversi per creare l'alternativa, con tutta la prudenza di questo mondo ma con la volontà di fare.
Sicuramente, se ci sarà un progetto serio, io sarò ben lieto di dare il mio contributo, come ho sempre fatto.

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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".