Cari amici ed amiche,
discutendo con mio padre, mi è venuto in mente di fare una riflessione che vorrei condividere con voi.
Mio padre ha lavorato tanto e ha fatto tanti sacrifici, per non fare mancare nulla a mia madre, a me e mio fratello.
Questo è meritorio.
Egli ha fatto tanto sacrifici.
Ha sacrificato anche molte occasioni di potere stare con mia madre, me e mio fratello, per portare il pane a tavola.
Tenendo conto del fatto che i miei nonni fossero lontani, per lungo tempo, mia madre è stata a casa a badare al tutto. I miei genitori hanno fatto tanti sacrifici. Per questo, li ammiro ma sono anche triste per loro.
Meriterebbero di più.
Ora, io penso che (specialmente oggi) questo mondo non sia fatto per le famiglie e per chi si sposa.
Anzi, oggi è peggio di quando lavorava mio padre.
Certo, ad oggi, è difficile che mi sposi, sia perché non sono innamorato sia perché non ho una posizione lavorativa.
Se un giorno mi sposassi, io non vorrei mai che mia moglie sacrificasse la sua carriera per stare a casa.
Al contempo, però, io vorrei godermi i figli che nascerebbero da quel matrimonio e fare il padre.
Mi pare chiaro che oggidì le due cose non possano essere conciliate.
Infatti, la dimostrazione di ciò è anche il fatto che tante famiglie si separino con estrema facilità.
Ho visto dei miei amici sposarsi e separarsi proprio perché tra le varie situazioni lavorative non riuscivano ad avere una vita coniugale vera.
Per me, stare in famiglia vuole dire anche, per esempio, andare a messa insieme alla domenica o farsi una gita fuori porta insieme o parlare con la propria moglie ed i figli e non solo "portare il pane a casa".
I figli hanno bisogno di entrambi i genitori.
Insomma, per dirla come la direbbe Vittorio Sgarbi, dato che sono un cattolico e sono contro il divorzio, non mi sposo per non divorziare.
Anche io, per non rischiare il divorzio, per i motivi prima esposti, avrei qualche difficoltà ad avere una relazione stabile, che comporta lo sposarsi.
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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