Cari amici ed amiche,
ringrazio l'amica e socia Stephanie Caracciolo dell'articolo del suo blog "Cuore d'Italia" che è intitolato "IL DIARIO di Fiorenzo Barzanti".
Nell'articolo vi è una riflessione sull'essere italiano.
Ora, io dico la mia.
Noi italiani non conosciamo mezze misure.
O parliamo nei vari dialetti o (presi forse da un eccesso di esterofilia) incominciamo a parlare usando termini inglesi, anche quando si potrebbero evitare.
Sia chiaro, non condanno i dialetti (io ne ne conosco due, il lombardo mantovano ed il siciliano) ed uso termini stranieri, per lo più inglesi.
Però, dico anche che si deve parlare la lingua italiana, una lingua che ha una storia e che ci unisce dalla Vetta d'Italia a Lampedusa.
Bisogna riscoprire il senso dell'essere italiani, iniziando dalla lingua per arrivare ad altri aspetti, come la cultura e (addirittura) la politica.
Se noi non facciamo ciò. siamo destinati a morire.
Questi sono i fatti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
Il mio libro
Il mio libro
Il mio libro
Il mio libro
Il mio libro
Il mio libro
Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
Il mio libro
Il mio libro
Il mio libro
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Translate
Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
I dialetti sono la principale espressione dell'italianità, la quale non è un monolite, ma, al contrario, un insieme di culture mediterranee e continentali frutto della storia. È il cafone inglese che va limitato (quando inopportuno: esempio quando usato dalla PA), non i dialetti.
RispondiEliminaL'inglese non è una lingua "cafona".
RispondiEliminaIo ho il massimo rispetto per quella lingua.
Ricordo che l'inglese ha una grande storia dietro.
Certamente, noi dobbiamo difendere la nostra identità, cominciando dalla lingua.