Cari amici ed amiche,
all'infuocata direzione nazionale del Partito Democratico va in atto l'ennesimo psicodramma del partito.
L'ex-premier (e segretario del partito in questione) Matteo Renzi lancia il congresso.
Intanto, come riporta su "Panorama", Keyser Soze ha scritto un articolo che dice che Renzi si vuole riavvicinare a Silvio Berlusconi e a Forza Italia.
Keyser Soze è un uomo delle istituzioni che da mesi su "Panorama" racconta la politica, dal di dentro. Lo pseudonimo è preso dal film "I soliti sospetti".
Egli è la persona giusta per raccontare un'Italia la cui realtà spesso, travalica spesso l'immaginazione.
Ora, la rinuncia al dogma della propria premiership, l'apertura al premio di coalizione nella legge elettorale, un incontro con Vincent Bolloré, che con la sua "Vivendi" sta tentando di fare una scalata a "Mediaset sono chiaramente dei segnali con cui egli si vuole avvicinare a Berlusconi.
Secondo i bene informati, l'incontro con il patron della società francese è avvenuto il 3 febbraio scorso per difendere "Mediaset", la società di Berlusconi.
Ricordo che "Vivendi" aveva lanciato un'OPA ostile a "Mediaset".
Oramai è chiaro: la Lega Nord di Matteo Salvini e Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni, da una parte, ed il Movimento 5 Stelle, dall'altra, vogliono andare a votare subito.
Al di là di ciò che dice, Renzi ha paura del voto, senza un supporto.
Renzi vorrebbe andare a votare (perché vuole "asfaltare" la parte del Partito Democratico che non è con lui) ma a tempo egli ha paura di andare a votare con un Partito Democratico oramai diviso.
Una larga parte del Partito Democratico non è con lui.
Quelli che nel Partito Democratico sono veramente con lui sono i membri del "Giglio Magico", quel gruppetto di persone legato a Renzi per interessi comuni.
Il resto del partito è stato con lui nel momento dell'ascesa ma ora il gruppo di suoi sostenitori va via via assottigliandosi.
A questo punto, la palla passa a Berlusconi.
Che farà quest'ultimo?
Il suo atteggiamento risulta enigmatico.
Secondo i bene informati, Berlusconi sarà neutrale. Lascerà che il sul tema lo scontro si consumi dentro il Partito Democratico.
Ai suoi collaboratori, egli ha spiegato: "Noi non possiamo fare nulla, né in un senso, né nell'altro, visto che non possiamo certo appoggiare l'attuale governo".
Da una parte, la speranza che l'esito del ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo abbia esito positivo, spinge Berlusconi a tifare per il voto alla scadenza naturale, nel 2018.
Dall'altra, c'è la consapevolezza che se si votasse a giugno ci sarebbe il premio di coalizione, il quale è essenziale per l'unità del centrodestra.
Inoltre, se si votasse a giugno, il Partito Democratico sarebbe penalizzato dallo scontro interno, che potrebbe portarlo alla scissione, ed il Movimento 5 Stelle sarebbe penalizzato dalla grana del Comune di Roma.
Ne vedremo delle belle?
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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