Presentazione

Presentazione
Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

Il mio libro sul Covid

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

martedì 14 febbraio 2017

Questa seconda Repubblica che cosa ha fatto più della prima?

Cari amici ed amiche,

su "Panorama" vi è un articolo di Claudio Martelli che è intitolato "Ma noi politici non capimmo ai giudici ne approfittarono".

L'articolo fa un'analisi spietata dell'attuale condizione dell'Italia, con un'autocritica della politica.
Martelli è stato ministro di Grazia e Giustizia.
Dell'articolo riporto questo stralcio:

"La repubblica dei partiti, la sua Costituzione, la legge elettorale proporzionale dovevano essere riformati. cambiati alla radice, soprattutto da quando, con il crollo del comunismo ed il varo del mercato unico europeo, il contesto internazionale da amichevole si era fatto ostile. 
I leader democratici della repubblica non capirono o comunque non agirono e furono travolti. 
Travolti dalla rivolta anti-partitica scatenati dall'establishment finanziario e dai suoi organi di informazione, dalle nuove e vecchie forze anti-sistema mentre il Paese precipitava nella crisi economica, la lira venne svalutata, il governo nottetempo mise mano nei conti correnti degli italiani".

Qui vi è il nocciolo della questione.
Mentre il mondo cambiava, l'Italia era rimasta eguale, in nome di quel "compromesso storico" fatto in nome dell'anti-fascismo, quel compromesso che portò solo immobilismo.
Cambiare significava generare proteste.
L'unico cambiamento fu l'abolizione dell'immunità parlamentare.
Tutto questo generò l'attacco da parte di certa magistratura al ceto politico, la fine della prima Repubblica e l'inizio della seconda.
Tuttavia, il ceto politico di quest'ultima si dimostrò peggiore di quello della prima.
Pur essendo stato corrotto e formato da politici di professione e pur avendo commesso degli errori, il ceto politico della prima Repubblica aveva una sua dignità nei modi.
Come si suol dire, i politici rubavano per i propri partiti.
Oggi, invece, ci sono dilettanti allo sbaraglio e gente che ruba per sé stessa.
Questo ha aggravato una situazione di decadenza già in atto, con il debito pubblico cresciuto del doppio, il sistema industriale e delle infrastrutture arretrato, la produttività ed il tenore di vita calati del 20% e del 14% , il calo di diplomati e di laureati.
La partitocrazia, che fu un male della prima Repubblica, è sopravvissuta agli stessi partiti ed è presente nei comitati elettorali che fanno riferimento a capi che (a ben guardare) sono generali senza esercito.
Il caso paradigmatico di questo disastro, come ha concluso Martelli, è quello di Antonio Di Pietro.
Egli era stato l'inquisitore dei politici che rubavano per i partiti ma era stato beccato a prendere i soldi in prestito dalla gente che egli indagava ed era stato costretto a lasciare la toga.
Entrato in politica, egli era stato pizzicato in TV a saccheggiare il suo partito ed era stato costretto anche a lasciare la politica.
Questa è la cronaca di un dramma.
Cordiali saluti.

Nessun commento:

Posta un commento

Translate

Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.