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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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mercoledì 8 febbraio 2017

Il Papa e la politica, il caso di Clemente VII

Papa Clemente VII, ritratto di Sebastiano del Piombo  (1485-1547)
Cari amici ed amiche,

uso un caso storico per parlare dell'oggi.
Parlo del caso di Papa Clemente VII (al secolo Giulio Zanobi di Giuliano de' Medici, 1478-1534).
Papa Clemente VII fu irreprensibile da un punto di vista spirituale ma commise degli errori in politica.
Pensiamo alla sua scelta di appoggiare la Francia contro il Sacro Romano Impero, scelta che portò l'Italia ad essere invasa dai lanzichenecchi tra il 1526 ed il 1527.
Qui a Roncoferraro, in provincia di Mantova, ci fu la battaglia di Governolo, battaglia in cui fu ferito mortalmente Giovanni delle Bande Nere il 25 novembre 1526.
Nel 1527, i lanzichenecchi arrivarono a Roma e la saccheggiarono.
In quel frangente, Papa Clemente VII avrebbe dovuto cercare una mediazione tra il re di Francia Francesco I e l'imperatore Carlo V.
Un altro caso fu quello dello scisma svedese del 1527.
Nel 1523, Gustavo Eriksson Vasa (1496-1527) cacciò via i danesi ed il re di Danimarca Cristiano II (1481-1559), il quale era legittimato a regnare anche anche in Svezia.
Gustavo, divenuto re con il nome di Gustavo I, cacciò l'arcivescovo di Uppsala Gustavo Trolle (1488-1535), che era con il re Cristiano II.
Il nuovo re svedese volle mettere ad Uppsala Giovanni Magno (1488-1544).
Papa Clemente VII fu di ben altro avviso e reinsediò Gustavo Trolle.
Da qui partì una vertenza che portò alla rottura tra la Svezia e la Chiesa cattolica.
La Svezia passò al luteranesimo.
Ora, se fossi stato in Papa Clemente VII, io avrei affrontato la cosa in ben altro modo.
Io avrei dato un incarico importante a Gustavo Trolle, al di fuori della Svezia.
Magari, gli avrei dato anche la porpora cardinalizia ed una sede vescovile al di fuori della Svezia.
Avrei chiamato alla mia corte anche Cristiano II, che fu detronizzato anche in Danimarca e rimpiazzato dallo zio Federico, duca di Holstein, che divenne re con il nome di Federico I.
Sotto la tutela papale, re Cristiano II non sarebbe stato fatto prigioniero da Federico I.
Poi, avrei riconosciuto ed approvato Giovanni Magno come arcivescovo di Uppsala, in cambio dell'assicurazione da parte del re Gustavo I della sua collaborazione del mantenimento della fede cattolica in Svezia.
Almeno formalmente, Gustavo avrebbe avuto il riconoscimento, l'appoggio papale e l'accondiscendenza alle sue richieste da parte pontificia,  in cambio del mantenimento della fede cattolica in Svezia.
Se il re di Svezia non avesse mantenuto la parola, io avrei usato il re Cristiano II contro di lui. Cristiano aveva maggiore legittimità.
Inoltre, avrei avuto anche il pretesto per mettere d'accordo Francia e Sacro Romano Impero nella causa comune per re Cristiano II.
Invece, Papa Clemente VII fu così preso dalle questioni italiane da avere trascurato situazioni gravi come gli scismi in Svezia e in Inghilterra.
Politicamente, questo fu un gravissimo errore, a prescindere dalla buona azione a livello dogmatico.
Ora, facciamo un salto ai giorni nostri.
Quando io critico Papa Francesco, non lo faccio per delegittimarlo.
La mia critica è di natura politica.
Per esempio, sulla questione della Palestina, Papa Francesco ha commesso un grave errore. Lo dico con rispetto.
Non doveva assolutamente fare aprire l'ambasciata palestinese presso la Santa Sede, tenendo conto della scarsa attitudine al dialogo con Israele e della scarsa affidabilità di Abu Mazen.
Abu Mazen non è un interlocutore affidabile.
Bisogna essere franchi nel dire le cose.
Cordiali saluti.




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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.