tutte le strade portano a Roma. Questo si suol dire.
Fu proverbiale per gli antichi la Romani la rete stradale da essi costruita.
Sul libro della Reader's Digest "Il Mondo dell'Incredibile", ho trovato una storia molto interessante.
L'Impero Romano aveva una rete stradale davvero formidabile.
Vi erano 80.000 Km di strade principali più altri 400.000 Km di strade secondarie.
Questa rete di strade era veramente capillare.
Essa metteva in collegamento la Britannia al Golfo Persico, l'Olanda alla Sicilia e lo Stretto di Gibilterra al Medio Oriente.
Per esempio, un incaricato della posta poteva percorrere 150 Km al giorno e in soli cinque giorni poteva raggiungere Londinium (Londra) dal Vallo di Adriano.
La costruzione e la manutenzione delle reti stradali era compito di gente molto munifica.
Si è calcolato che ogni miglio romano (che equivale a circa 1.480 m) della Via Appia sia costato 6.500 Euro attuali.
I costruttori romani andavano secondo linee rette, attraversando valli e fiumi con arditi ponti e forando montagne con tunnels.
Nemmeno il mare riusciva a scoraggiarli. Le strade si spingevano fino al margine del mare e ripartivano dalla sponda opposta.
Da Roma si dipartivano ben ventinove arterie che andavano in tutti i punti dell'impero.
Grandi argini di pietra alti circa un metro e mezzo provvidero al drenaggio delle acque di scolo e per secoli mantennero in buono stato le strade.
Le strade erano larghe quattro o cinque metri, così da permettere il passaggio dei carri.
La tecnica di costruzione fu la stessa: prima si rimuoveva lo strato superficiale del terreno, poi si mettevano le pietre più grosse e pesanti, sopra alle quali si mettevano pietruzze e calcina e poi si mettevano le pietre lisce con una sorta di cemento, che facevano da lastrico.
La parte centrale della strada era leggermente più altra rispetto ai lati, per permettere il drenaggio.
Lungo il tracciato vi erano stazioni di posta e locande, così da permettere ai viaggiatori di potere rifocillarsi, riposarsi e cambiare i cavalli.
Quanto fatto dai Romani fu la dimostrazione del fatto che una civiltà abbia bisogno di infrastrutture per andare avanti.
Anche per questo ho formulato la petizione con cui ho proposto l'iscrizione della Gola di Furlo nella lista del Patrimonio Mondiale dell'Umanità dell'UNESCO.
Firmatela!
Cordiali saluti.
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