come riporta "Il Giornale", mentre qui in Europa si insegna l'arabo e si tolgono i simboli cristiani, in Turchia si bandisce il Natale.
Mentre in Germania il Bundesrat propone di insegnare l'arabo nelle scuole come materia fissa, dall'altro lato dell'Europa a Istanbul in una scuola tedesca si fa divieto di cantare e diffondere la tradizione del Natale.
Il tragico corto circuito tra politica e libertà individuali sul Bosforo si arricchisce dell'ennesima puntata, ma questa volta in casa d'altri. Per la prima volta in assoluto le autorità turche hanno vietato di insegnare le tradizioni natalizie non in una moschea o in un istituto locale, bensì in una scuola tedesca a Istanbul. La prescrizione è contenuta in una e-mail indirizzata al capo del Dipartimento tedesco del Liceo.
Ecco come ci stiamo riducendo.
Praticamente, "in nome dell'accoglienza", noi abbiamo paura di fare celebrare le messe per gli studenti e togliamo i canti natalizi dalle scuole, mentre in Turchia si impedisce ai cristiani di festeggiare il Natale per come si deve.
Ci rendiamo conto della china che si sta prendendo?
La cosa grottesca è che per questi politici europei il problema è rappresentato da Israele.
Peccato per loro che in Israele i cristiani possono festeggiare il Natale.
La Turchia, invece, è una bomba ad orologeria. La sua nuova islamizzazione è un dato di fatto.
Quindi, piantiamola con queste sciocchezze!
Cordiali saluti.
L'arabo serve alle aziende italiane,altrimenti in che lingua parlano con quelle arabe? E non mi venga a dire che si deve usare l'inglese: la lingua franca (ossia la lingua mezzo) la decide l'economia, non certo la politica. Ieri erano gli Usa e l'inghilterra a comandare l'economia e difatti si è diffuso l'inglese. Oggi l'economia è nelle mani dei cinesi e degli arabi e chi vuole fare affari deve conoscere la loro lingua altrimenti resta tagliato fuori. Lei fa il patriota, tanto poi chi ci rimette sono le aziende italiane a cui lo Stato non solo chiede solo tasse, ma poi nemmeno le fornisce di studenti linguisticamente adeguati. A proposito, le do una notizia: nelle migliori scuole italiane private già si insegna arabo cinese o russo. Ha scritto una vera stupidaggine, si vede che di impresa e affari capisce poco.
RispondiEliminaDottor Dianelli, le ricordo che un Paese come l'India è tenuto insieme dalla lingua inglese, essendo un Paese fortemente eterogeneo al suo interno.
RispondiEliminaCon l'India, noi non facciamo affari?
Inoltre, la lingua internazionale è l'inglese. Le piaccia o no è così.
Poi, si possono imparare il russo, il cinese ed altre lingue.
Però, la lingua internazionale per eccellenza è l'inglese, che è anche lingua veicolo dei Paesi nordici, come Danimarca, Svezia e Norvegia.
L'inglese è parlato anche in Israele, con l'ebraico.
Quindi, non faccia il radical chic.
Il tema che sto ponendo io è diverso. Noi accogliamo tutto e tutti e rinneghiamo la nostra cultura mentre gli altri, come i Turchi, fanno restrizioni a ciò che non è turco.
RispondiEliminaL'ultimo post è condivisibile, assolutamente incondivisibile il resto. Venga nella mia azienda e vediamo qual è oggi la lingua degli affari! L'inglese è oggi ancora una lunga fondamentale, ma sta pian piano per essere scalzato dalle lingue russa cinese e araba. Oggi ho bisogno di lavoratori che parlino queste lingue e nemmeno immagina che fatica faccio a trovare ragazzi che le parlino. E di ciò devo ringraziare lo Stato italiano, il quale non solo mi obera di tasse, ma nemmeno prepara giovani linguisticamente adeguati. E chi ci va a perdere? Gli italiani naturalmente (oltre alla mia azienda)! Mi trovo infatti costretto ad assumere prima o poi un russo o un arabo. Per la sua gioia patriottica.
RispondiEliminaLa politica è una cosa, gli affari sono altro. La nostra cultura italiana non si protegge certo con i divieti di imparare altre lingue! Semmai si protegge difendendo i miei prodotti italiani e facendo sì che li esporti nei paesi arabi e cinesi (anche grazie a giovani che sappiano rapportarsi con loro) senza che debba smontare la tenda e montarla direttamente lì! Ma di cosa stiamo parlando...
Comunque, ricordo che l'inglese è lingua internazionale.
RispondiEliminaPoi, se ci sono anche altre lingue non c'è nulla in contrario.
Il problema vero è che noi abbiamo rinunciato ai nostri usi e alla nostra cultura.
Ho citato la lingua araba insegnata nelle nostre scuole come esempio.
Mentre noi siamo aperti agli, gli altri si comportano diversamente con noi.
Del resto, l'attentato che c'è stato a Berlino lo dimostra.
Questi sono fatti.
Il resto è noia.