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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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domenica 4 dicembre 2016

HA VINTO IL NO!!!


Terremoto politico, Renzi si dimette da premier
“Ho perso io, mi assumo tutte le responsabilità”

Il referendum costituzionale si trasforma in un terremoto politico. Il No vince con una percentuale molto più alta rispetto alle previsioni, quasi il 60%, e la conseguenza naturale è che il premier Renzi ha annunciato le dimissioni che si concretizzeranno nelle prossime ore, dopo una riunione del Consiglio dei Ministri. Già Matteo Renzi ha parlato con il presidente della Repubblica Mattarella a cui rassegnerà le dimissioni. Sarà il capo dello Stato a decidere a chi affidare il compito di formare un nuovo governo.

La vittoria del NO è stata schiacciante e si è compreso fin dai primi exit poll, secondo cui il SI non avrebbe superato il 43-44%. I dati reali hanno detto che la differenza è stata ancora più netta, con il NO che ha sfiorato il 60%. Significativa, tra l’altro, l’alta percentuale di votanti che ha sfiorato il 69%.

Renzi lascia, in coerenza con quanto ha detto fin dall’inizio. Si è assunto tutte le responsabilità della sconfitta, ha ringraziato commosso tutti i suoi compagni di viaggio di questa battaglia costituzionale, e ancora più commosso ha ringraziato moglie e figli. Ha detto di non avere rimorsi ma certamente ha commesso l’errore di avere “personalizzato” il referendum, tramutandolo di fatto in un voto di fiducia sul Governo. E ha perso. Per questo lascia la poltrona, lasciando ad altri la responsabilità di portare avanti proposte “coerenti e condivisibili”. Difficile dire se resterà in sella, se cercherà di rientrare dalla “finestra” ma è un’ipotesi improbabile. Renzi resta segretario del PD, il maggior partito di Governo, ma anche in casa sua l’ormai ex premier avrà conti da regolare.


Si apre una crisi di Governo con molte incognite. Il fronte del no, dai grillini a Salvini, da Brunetta a D’Alema, ha esultato con variegata intensità ma non può essere considerato una coalizione futuribile. Il loro NO nasceva da motivazioni profondamente diverse che non sono politicamente sintetizzabili. Per il capo dello Stato Mattarella si prospetta un superlavoro di diplomazia.

Adesso si guarda ai mercati (ci sarà davvero un crollo delle Borse?), ai rapporti con l’Europa, ai tanti progetti avviati, alla riforma elettorale che comunque dovrà essere modificata al più presto in un clima non certo sereno.

Nell’analisi politica va tenuto in grande considerazione il… popolo italiano. La grande affluenza e la schiacciante vittoria del no lascia supporre una “vittoria della protesta”, un po’ come è successo con la Brexit in Gran Bretagna o in America con il rinnovo del presidente. E non sarà facile trovare il modo di canalizzare la protesta e il malumore dei cittadini che vivono sulla propria pelle gli insuccessi politici di tante legislature.

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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.