nel Regno Unito, una ragazzina di 14 anni è morta di cancro e si è fatta ibernare per (forse) farsi risvegliare nel futuro.
La scelta è stata approvata ora da un giudice dell'Alta Corte di Londra che ha autorizzato la criogenesi post mortem della ragazzina, contro il volere del padre.
"Non voglio morire ma so che morirò", aveva scritto la giovane al tribunale, "Penso che la criopreservazione possa darmi una chance di essere curata e risvegliata, anche tra 100 anni. Non voglio essere sotterrata. Voglio vivere e penso che in futuro possano trovare una cura per il mio cancro. Questo è il mio desiderio".
La sentenza è stata emessa prima che la ragazzina morisse ed il corpo oggi presso una nota azienda americana che tratta la criogenesi, l'Alcor, per essere trattato.
Ora, io mi esprimo su questo tema.
Che la scienza abbia fatto passi da gigante nella ricerca di cure contro gravi malattie è una bella cosa.
Anzi, l'auspicio è che ciò vada avanti.
Visto che la ragazzina è morta di cancro, ricordo che grazie alla ricerca scientifica contro molte forme di questa malattia sono oggi sotto controllo.
Oggi, chi si ammala di cancro ha molte più possibilità di sopravvivere rispetto ad una volta.
Sulla criogenesi il discorso è un attimino differente, perché complicato.
Nell'uomo vi è la paura della morte.
Anzi, il fatto che la vita abbia un termine non è accettato.
Riportare in vita una persona morta è oggi cosa impossibile.
Rimettere in funzione un sistema nervoso, un apparato cardiocircolatorio, un apparato respiratorio e vari organi è ad oggi impossibile.
Anche se poi si riuscisse a rimettere in funzione un corpo umano quale sarebbe la qualità della vita di quella persona che prima era morta?
Inoltre, quella persona "risuscitata" non sarebbe immortale.
Questa idea della criogenesi (che tra altro è anche molto costosa) è in realtà l'idea con cui l'uomo non riesce ad accettare il fatto che ci sia la morte.
Cordiali saluti.
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