leggete l'articolo de "Il Giornale" che è intitolato "Schede non timbrate, rischio brogli all'estero".
E' il caso di una famiglia italiana residente in Africa.
Questo è un pezzo dell'articolo:
"La famiglia D'Alberto, di origini biellesi, che opera in Africa nel campo delle costruzioni dall'inizio del 1900, denuncia che molti, in Nigeria e Ghana dove loro risiedono, non hanno ancora ricevuto le schede per votare.
"Mia figlia Carlotta Comazzi - spiega al "Giornale" Luisella D'Alberto - è dovuta andare a prendere il duplicato al consolato, salvo poi trovare nella posta il plico Dhl con l'originale. Ora potrebbe votare due volte". La scheda, come si vede dalla foto, non è né timbrata né firmata, e viene messa in una busta bianca anonima da consegnare ad un impiegato del consolato che potrebbe farci quello che vuole. "Chiunque potrebbe aprirla, stracciare la scheda e duplicarla, segnando un voto diverso".".
Io ho fatto più volte lo scrutatore alle elezioni e sarò scrutatore anche in questo referendum.
So benissimo che per fare sì che sia valido, il voto deve essere apposto su una scheda vidimata, ossia timbrata e firmata da uno scrutatore.
Un voto fatto su una scheda non vidimata non è valido.
Quanto segnalato dalla famiglia in questione è molto grave.
Una persona potrebbe benissimo manomettere il voto su quella scheda non vidimata, vidimandola in seguito o dichiarandola non valida a seconda della sua opinione.
Io difenderò sempre il diritto di voto degli italiani all'estero perché essi sono cittadini come noi.
Però, il meccanismo di voto è da rivedere.
Gli italiani all'estero fanno bene a denunciare queste situazioni strane.
Continuino a farlo. E' in gioco la regolarità del voto.
Cordiali saluti.
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